Free Tibet

mercoledì 24 settembre 2008

Terza stagione

PRIMO EPISODIO

Di nuovo Jess si ritrova a vagare per le strade di Caserta Vecchia in occasione della manifestazione di Settembre al Borgo. Di nuovo come due anni fa, quando tutto è cominciato per lui. Ora però cammina leggero e pensa pesante. Si nasconde per un po’ nella sua Libreria, ma non è un buon nascondiglio. Nessun posto è un buon nascondiglio, quando si vuole fuggire dai propri pensieri, perché NOI SIAMO I NOSTRI PENSIERI. Glielo disse tempo fa uno degli Eddy. E l’altro? L’altro degli Eddy oggi indossa un abito scuro, e la ragazza dai lunghi capelli neri gli ha chiesto se è triste, lui le ha risposto “a volte sì, a volte no”.

SECONDO EPISODIO

La Libreria ha bruciato per tutta la notte, ma nessuno ha avvertito Jess che stamattina ha trovato i pompieri ad attenderlo, e al posto dei libri ora c'è una montagna di cenere. Jess non ha voglia di piangere, né di chiedersi come sia potuto accadere. I pompieri gli spiegano che un mozzicone di sigaretta è stata la causa dell'incendio. Jess non fuma.

TERZO EPISODIO

L'auto di Jess si è rotta: da un giorno all'altro, così...senza preavviso...non si mette in moto, non ne vuole sapere di partire e trasportare a lavoro Jess...il motore ha tossito un po' e l'auto ora è ferma sul ciglio della strada. Una tartaruga gigante si “accosta” a Jess per chiedergli se ha bisogno di aiuto, e Jess gli chiede sfacciatamente un passaggio. Certamente oggi ci metterà un po' più di tempo per arrivare a lavoro, ma almeno non si sentirà stressato dal traffico cittadino.

QUARTO EPISODIO

Jess si rende conto di commentare sempre le stesse situazioni. Nulla si è mosso in due anni. Macrico. Alitalia. Rifiuti. Camorra. Morti bianche. Lavoro nero. Violenza negli stadi. Guerre. E chi dovrebbe essere in galera è libero di fare ancora danni. Il Paese sta collassando, ma la Televisione dice che si può stare tranquilli. Jess non si sente tanto tranquillo, ma continua a “progettare” in 75 mq.

QUINTO EPISODIO

Di fronte all'enorme cartellone con lo slogan “Separali in casa” che avvisa la cittadinanza che prossimamente inizierà la raccolta differenziata “porta a porta”, Jess non può fare a meno di pensare che il cattivo gusto è una peculiarità di questa Giunta. Sono anni che i cittadini differenziano i propri rifiuti nelle loro case in attesa che il Comune dia il via a questa raccolta “porta a porta”, sono stati i cittadini a chiedere un'isola ecologica dove portare quei rifiuti, ed è grazie ai cittadini e a qualche parrocchia che si sono ottenuti spazi per effettuare la raccolta differenziata. Insomma si poteva evitare di spendere soldi per scrivere “separali in casa”, piuttosto si dovrebbe avvertire di come separare in base alle Ditte che si occuperanno del riciclo, e soprattutto si dovrebbe dare garanzie sul QUANDO inizierà tale formula di raccolta dei rifiuti urbani. Questa è almeno la quarta volta che il Comune avvisa che sta per iniziare la raccolta differenziata “porta a porta”. Infine il pensiero di Jess va ai siti di compostaggio di cui non si è più parlato.

SESTO EPISODIO

In corteo per manifestare contro un decreto legge che vuole spendere meglio i soldi dei contribuenti. Quindi tutta queste persone che Jess vede scendere in piazza sono state solo strumentalizzate dai partiti in opposizione al Governo? Dunque nessun taglio, o meglio i tagli saranno effettuati sugli sprechi. Secondo il Ministro Gelmini un taglio doveroso va fatto ai fondi per le Università. Cosa comporterà questo taglio di 500 milioni di euro in 3 anni? Per alcuni atenei potrebbe significare la chiusura, altri potranno scegliere se diventare fondazioni private. La privatizzazione delle università si traduce nell'aumento delle tasse agli studenti che potrebbero raggiungere i 6-7000 euro l'anno, sul modello delle università americane. Le fondazioni verrebbero finanziate da enti privati, come ad esempio le industrie farmaceutiche, e tali enti finirebbero per tagliare le gambe a tutti quei settori universitari e di ricerca che non rientrano nei loro interessi. Ma sì, tutte queste persone che Jess vede riversarsi per le strade saranno solo dei perdigiorno, che avranno da lamentarsi?

SETTIMO EPISODIO

Jess ha freddo, resta immobile sulla sedia mentre guarda il telegiornale. Dopo qualche giorno si alza per scaldarsi accanto al fuoco del caminetto. Prende la legna, la sistema, la guarda bruciare. Non ha voglia di muoversi, resta immobile accanto al caminetto, che pure non va da nessuna parte. Anche la città è rimasta paralizzata per un po', e la Società della juveCaserta resterà paralizzata ancora per molto tempo.

OTTAVO EPISODIO

È un periodo un po' fiacco per il giornalismo. Jess pensa che ci vorrebbe una bella epidemia tipo aviaria, tipo morbo “della mucca pazza”, oppure un bell'assassinio come quello di Cogne, o una catastrofe come lo tsunami, o magari un attentato al Papa. Solo in quei casi si è bombardati di notizie, aggiornamenti, particolari minuziosi. Nemmeno la crisi economica sta facendo scalpore. Eppure ci sarebbe da raccontare, per esempio le guerre che si combattono nel mondo: la maggior parte di queste sono sconosciute, perché mai riportate...forse perché i giornalisti non possono farlo, forse perché per qualcuno è meglio non far approfondire l'argomento. Jess pensa soprattutto al perché l'inviato in Inghilterra della RAI riporti solo notizie di gossip, di costume, di curiosità...cosa succede davvero lì?

NONO EPISODIO

Quando la tragedia è a chilometri di distanza non ci si fa caso, ma quando è a pochi metri allora fa paura. Quando il problema è a chilometri di distanza non ci si fa caso, ma quando è a pochi metri allora dà fastidio. A Mumbai oltre 100 morti. A Milano un bambino cade dal terzo piano di una scuola. A Roma quello definito ex boss della banda Magnana è stato carcerato. A Rimini un essere umano viene bruciato vivo per divertimento. A Varese un cittadino del Bangladesh viene aggredito per intolleranza. A Bangkok viene occupato l'aeroporto e richieste le elezioni. L'Alitalia taglia i voli interni continuando a procurare disagi. Jess spegna la tv.

DECIMO EPISODIO

Jess non può credere alle parole pronunciate da Veltroni, dispiaciuto per quelle famiglie di italiani che non potranno vedere più le partite di calcio, perché costerà troppo l'abbonamento a Sky. Ma Jess pensa che non sia questa l'ingiustizia da combattere, in quanto le partite non sono un bene primario, e concedersene la visione ogni domenica seduti sul divano è un lusso. Piuttosto va sottolineato il fatto che quell'aumento di tassa non sia previsto anche per Mediaset Premium. Appena apre bocca il Presidente del Consiglio si scatena un conflitto di interesse.

UNDICESIMO EPISODIO

Sulla striscia di Gaza è guerra, ma non adesso, da sessant'anni. Fin'ora è stata definita una crisi. Che senso ha il Giorno della memoria, ricordare cosa è stata la shoa, quando un genocidio viene ripreso e camuffato in altro? Jess è sotto la doccia, lascia cadere sul suo corpo litri di acqua, proprio mentre è in corso una guerra per i pozzi d'acqua. Cosa dovrebbe fare? Smettere di lavarsi? Ogni volta che compra qualcosa che non sia un bene di prima necessità, sa di finanziare indirettamente una guerra. Eppure tutte queste amare considerazioni non riescono a scalfire il suo sorriso ebete, non riesce a smettere di pensare a chi ha preso in braccio, appena nata, tre settimane fa.

DODICESIMO EPISODIO

Che fine ha fatto il Tibet? I monaci che si davano fuoco per strada, i carrarmato cinesi minacciosi e usurpatori, i diplomatici che discutevano se mandare gli atleti della propria Nazione a Pechino? Tutti i reportage di quei giorni servivano a pubblicizzare le Olimpiadi? Jess come sempre se ne meraviglia. Altrettanto si meraviglia per la gente della sua città che non si accorge di essere sommersa dall'immondizia come un anno fa, solo che adesso il telegiornale non ne parla, perché la spazzatura non fa più notizia, e poi il capo del Governo ha detto che è tutto risolto. E il capo del Governo cinese cosa avrà detto? Non è Jess che può riferirlo, non capisce il cinese.

TREDICESIMO EPISODIO

La ragazza dai lunghi capelli neri ha smesso di danzare. Jess ha smesso di lavorare. La mattina dorme fino a tardi, si alza per preparare il caffè, ma lo beve seduto sul letto, e resta a letto finché non torna la ragazza dai lunghi capelli neri. La stanza è sua. Fanno l'amore per un paio di ore, lei prepara da mangiare, fanno di nuovo l'amore, ma per meno tempo, escono, vanno al cinema, e poi al pub, oppure restano a casa a guardare un film. Dopo cinque giorni lei lo caccia di casa. Jess sapeva che sarebbe durata poco, che presto sarebbe ripartito, gli dispiace solo di non aver preso nemmeno un libro da poter leggere durante il viaggio.

QUATTORDICESIMO EPISODIO

C'è la crisi. In Italia come in Inghilterra. In America come in Giappone. Jess cammina per le strade della sua città, si ferma nel suo Caffè preferito, verso il centro storico, ordina da bere, legge un giornale. Jess non sembra in crisi, ma la crisi c'è. Il suo vagabondare ne è la testimonianza. Il più forte sopravviverà? In questi giorni si commemora la nascita, avvenuta duecento anni fa, dell'inglese Charles Darwin, passato alla storia per la sua teoria sull'evoluzione delle specie: la sopravvivenza e il successo di un gruppo dipende dall'armonia dei suoi membri e dall'altruismo.

QUINDICESIMO EPISODIO

Lo scaldasonno. Alta ingegneria. Calore avviluppante. Da qualche tempo Jess ha vissuto questa esperienza meravigliosa e non può più fare a meno di addormentarsi in quel dolce torpore. Dormire dormire dormire. Jess era convinto che nulla potesse essere meglio della sua termocoperta in poliestere trapuntato a rapido riscaldamento, fino a quando una bimba non si è addormentata silenziosa sul suo petto: essere diventato lo scaldasonno occasionale di quel fagotto morbido è stato sublime.

SEDICESIMO EPISODIO

Jess ascolta Electrify, una bimba danza sul tappeto, Muntazar al Zadi lanciò le sue scarpe contro George W. Busch, piccoli americani hanno chiesto pace nel mondo e gelato per tutti, il Papa ha lanciato un appello all'Irlanda perché “non si lasci vincere nuovamente dall'orrenda tentazione della violenza”, i cittadini americani potranno recarsi una volta l'anno a Cuba per visitare i loro familiari e restarci tutto il tempo che desiderano, e in Italia...a Milano un gatto è rimasto intrappolato per sei giorni.


mercoledì 5 settembre 2007

Seconda stagione

PRIMO EPISODIO

Jess è sulla moto di uno degli Eddy, che sta guidando troppo velocemente, sorpassa le auto sfrecciando a zig zag, e Jess vorrebbe dirgli di rallentare, ma non ci riesce, le sue parole si perdono nel vento. Gli viene in mente uno di quegli episodi di Dragon Ball, dove alcuni personaggi non solo riescono a volare, e per giunta a una velocità super sonica, ma poi tra loro comunicano senza problemi, come se non fossero proiettili umani che viaggiano nell’atmosfera, ma dal loro modo di conversare sembrano seduti comodamente a bere tea, mentre Jess su una moto a 100 km/h non riesce a far sentire la parola “rallenta” urlata al pilota.

SECONDO EPISODIO

Nessun tg ne ha parlato, e nemmeno i maggiori giornali nazionali ne hanno fatto accenno se non in maniera fugace, né prima né durante la manifestazione del V-Day. Dunque sembrerebbe che le notizie siano decise a tavolino per interessi più o meno diretti, e in questi giorni Jess ha potuto constatare che effettivamente l’informazione italiana è ormai cadavere in putrefazione. E' tristemente vero che ormai in Italia se un evento è raccontato in televisione allora è accaduto, altrimenti no! Così il resto della popolazione che non naviga in internet alla ricerca di varie fonti d' informazioni probabilmente resterà all'oscuro di molte cose.

TERZO EPISODIO

La ragazza dai lunghi capelli neri è seduta in parterre, sembra stanca, ma si illumina in viso mentre vede in azione la nuova squadra della JuveCaserta. Questa volta, alla fine del primo tempo, è lei a cercare con lo sguardo Jess, che invece è a casa a mangiare un tiramisù. Sta guardando il tg e pensa che ora si può parlare del V-day, tanto ormai è accaduto, e pensa anche che gli andrebbe un grappino, per far scivolare la quantità di crema al mascarpone che sta ingurgitando. Uno degli Eddy bussa alla porta, ha una bottiglia di grappa in mano, dunque è ammesso in casa di Jess, mentre la JuveCaserta arriva seconda al torneo, lasciando però i tifosi con la certezza che giocherà un ottimo campionato.

QUARTO EPISODIO

Piove. Jess guarda il cielo e pensa se sta piovendo proprio in questo istante anche in qualche altra parte del mondo, chissà se ora proprio ora sta piovendo in altre città, chissà chi sta bagnando la pioggia. Chissà se la pioggia è uguale ovunque, in Italia come in Inghilterra, e Jess cerca di non affogare nella pioggia, sta curando il suo Mal di vivere con la letteratura, e cerca di non affogare tra le pagine di Svevo, Montale, Pavese. É autunno, ma niente fichi, niente uva, niente castagne…sono le cinque del pomeriggio, l’ora del tea.

QUINTO EPISODIO

Jess sta guardando il tg della sera, e pensa che l’alternanza al Governo sia fondamentale per la Democrazia e per i cittadini, e che la mancanza di alternanza crei in chi ci governa la sicurezza di rimanere impunito.
Due loschi figuri ci hanno usato per l'alternanza quinquennale del loro presenziato al potere, forse tra loro già concordato!! Anche Jess pensa che l'alternanza politica non deve essere un ribaltone istituzionalizzato, dove ogni cinque anni si cambia tutto per non cambiare mai nulla.

Lo pensa Jess. Lo pensano un po’ tutti…ma non tutti.

SESTO EPISODIO

Jess è seduto ad aspettare. Quanto tempo è che aspetta? Ore, giorni, mesi, anni, e nel frattempo si sente sempre uguale a ieri, ma non è così, e se c’è un limite di età o un massimo di età, allora lui è in ritardo per qualsiasi cosa. È circondato da persone che come lui aspettano.Anche la ragazza dai lunghi capelli neri sta aspettando. Aspettano tutti, poi il momento atteso arriva e passa senza cambiare nulla per nessuno, la JuveCaserta riprende a giocare, Jess ricomincia ad aspettare.

SETTIMO EPISODIO

Jess sta osservando una delle tartarughe che cerca di evadere dalla bacinella in cui dovrebbe aspettare insieme alle altre, prima di tornare nella tartarughiera che uno degli Eddy sta pulendo. La tartaruga si è appoggiata alla parete di plastica, è in piedi, tenta di scavalcare facendo leva sulle zampe anteriori, allunga il collo, è nel massimo della sua estensione, ma il guscio è troppo pesante e la riporta giù. Nello stesso momento un uomo entra in un’aula di tribunale, ha in tasca una pistola, spara, uccide ed è ucciso.

OTTAVO EPISODIO

Ieri sera Jess ha cenato con una birra, e questa mattina ha mal di testa, non ha idee, e non sa che fare. Leggere un buon libro? Leggere un cattivo libro? Guardare la tv? Fare un commento sul Governo sempre sull’orlo di una crisi? Intagliare una zucca? O cucinarla? Trovare un posto a Gianni il lanternino per farlo riposare?
Nessuna di queste cose lo invoglia ad uscire dal suo regno di coperte e cuscini, resta a letto a guardare il soffitto, come se fosse fermo sul punto zero dell’asse temporale. Poi improvvisamente si ricorda che deve andare a lavoro, ed è anche piuttosto in ritardo.Mentre cammina da casa sua alla Libreria pensa che non c’è nessun altro tragitto che gli piacerebbe fare.

NONO EPISODIO

Qualche sera fa Jess ha acceso la tv ed è rimasto sorpreso di vedere in diretta su La7
Il Sergente di Marco Paolini. L’attore ha raccontato cosa ha visto nel suo viaggio sulle tracce del libro autobiografico di Mario Stern, Il sergente nella neve, che ripercorre la ritirata dei soldati attraverso la taiga russa nell’inverno 1943, vicenda storica dolorosa che si è lasciata alle spalle oltre 30mila morti. Paolini ha scelto di interpretare le voci dei soldati italiani in una cava sotterranea invasa da acque verdissime, gelide e immobili, sui monti Berici alle porte di Vicenza, un'ambientazione suggestiva per ricreare la postazione dei militari, nascosti nelle “tane” in riva al Don.

DECIMO EPISODIO

Jess è in autostrada, sta per imboccare l’uscita Caserta Sud, e il suo sguardo è attirato dall’enorme edificio alla sua destra.
Un altro centro commerciale? Ma di quanti ne abbiamo bisogno? Pensa che forse vogliono farci dimenticare la nostra città: per fare acquisti la gente si chiude in centri commerciali e vive sempre meno la dimensione cittadina. Se Chomsky sostiene che hanno fatto degli Usa un paese di sobborghi con enormi centri commerciali nelle periferie e il degrado nei centri abitati, allora Jess sostiene che hanno fatto tutto questo anche nel resto del mondo!! Gli viene in mente una storia capitata a un suo amico che doveva comprarsi un paio di scarpe: decise di andare al centro commerciale, perché è vicino casa sua e c’è un ampio parcheggio. Dopo aver passato ore e ore a girare come un moscerino attirato dalle mille luci dei negozi, tornò a casa felice del suo acquisto: un telefonino!! È il rischio che si corre nei centri commerciali: si va per comprare un paio di scarpe, e si esce con un telefono cellulare.

UNDICESIMO EPISODIO

Stamattina Jess ha conosciuto Assunta, che nonostante il nome è disoccupata. Lei voleva fare la maestra ma non aveva classe, ha la qualifica di dattilografa e ride ad ogni battuta, parla a raffica come il vento, e per non perdere il filo del discorso le servirebbe un sarto: secondo lei la Salerno-Reggio Calabria l'hanno chiamata A30 perché è da trent'anni che la stanno facendo…che con il ritorno dell'ora solare è sparita l’unica cosa legale ancora esistente in Italia…che è inutile arrabbiarsi, ma bisogna fare come il Premier Britannico che non si fa prendere dall' IRA…e bla bla bla…
Jess pensa che vorrebbe essere lui il sarto…per cucirle la bocca, poi approfittando di un momento di distrazione, va via come una ballerina classica: in punta di piedi.

DODICESIMO EPISODIO

Martedì sera Jess è andato in piazza Municipio a San Nicola, nel Salone delle Conferenze del “Real Sito Borbonico”, dove Marco Travaglio ha presentato i suoi due ultimi libri. Il sindaco di San Nicola ha dato il benvenuto al giornalista e scrittore Travaglio, scusandosi con lui per il triste spettacolo dei rifiuti ammassati sulle strade.
Si scusa con lui? Per la serie “i sacchetti dell’immondizia sono antiestetici, non facciamo una bella figura con tutta questa spazzatura in mezzo alla strada!”. Come se non bastasse il sindaco Pascariello ha avuto il coraggio di dire che purtroppo siamo tutte vittime de Lo Uttaro, lui compreso.
Jess avrebbe voluto dirgli che se l’Amministrazione Comunale di San Nicola la Strada poteva fare poco, è vero anche che meno di nulla ha fatto: forse il Sindaco ha dimenticato che ha preferito rinunciare all’incarico di Presidente del Comitato di Controllo sulla gestione della discarica Lo Uttaro, nonostante gli furono consegnate le analisi che dimostravano che la discarica contiene sostanze nocive in misura centinaia di volte quelle consentite. Dovrebbe scusarsi con i suoi concittadini.

TREDICESIMO EPISODIO

Giovedì sera. Andare al cinema e guardare sul grande schermo la propria città: a Jess è capitato in occasione dell’anteprima del film Lascia perdere Johnny! di F. Bentivoglio.
Jess non è abituato a questo, anche se non è la prima volta che viene girato un film a Caserta, e forse chi vive a Roma o a New York ne è assuefatto, forse non bada nemmeno più a riconoscere le strade, i palazzi, i panorami della sua città, nel buio di una sala cinematografica, mentre Jess si è divertito molto a seguire la storia di Faustino, un giovane casertano che a metà degli anni Settanta sogna di diventare musicista.

QUATTORDICESIMO EPISODIO

Uno degli Eddy sta leggendo il giornale, appoggiato al bancone della libreria di Jess.
- Hai letto qui? Hanno censurato Luttazzi.
- Di nuovo?
- L’Italia è un paese teocratico o laico? Perché i preti possono parlare in televisione e Daniele Luttazzi no? Perché una rete privata decide di chiudere un programma di successo prima di mandare in onda il monologo di Luttazzi sull’enciclica del Papa? E invece può andare in onda sulla tv di Stato la Santa Messa o l’Isola dei Famosi…e la Rai si fa anche pagare il canone!
La televisione è affollata di opinionisti, ma quando qualcuno vuole esprimere un’opinione totalmente fuori dal coro viene censurato.
- Eppure la satira non ha limiti. Puoi scegliere di ascoltarla. Puoi scegliere di ignorarla. Non puoi limitarla. Se ti sembra volgare, puoi sempre cambiare canale.

QUINDICESIMO EPISODIO

Qualche volta la ragazza dai lunghi capelli neri alimenta il suo malessere con cucchiaiate di tiramisù. Emergono dal suo inconscio fantasmi di desideri passati, lei li fa accomodare al suo banchetto, poi guarda sulla punta della forchetta e non le piace ciò che vede, improvvisamente se ne vergogna e corre a vestirsi, a indossare nuove maschere per non essere più nuda. Anche Jess ha la sua personale scimmia sulla schiena, e sa che un quarto della propria anima è fuori controllo. Guarda la scimmia arrampicarsi e raggiungere le sue spalle. Lui la scrolla da dosso, lei cade e risale, ma ogni volta è più lenta.
Nessuna droga è perfetta.

SEDICESIMO EPISODIO

Mentre Jess visita le mostre di Sebastião Salgado In Cammino e di Gino Covili Gli esclusi, e quella di Jakob Philipp Hackert La linea analitica della pittura di paesaggio in Europa, pensa che Caserta fa proprio schifo: chi la fotografasse o la dipingesse adesso non potrebbe far altro che fotografare e dipingere l'ammasso di rifiuti che ha bruciato per tutta la notte di San Silvestro, come in una scena apocalittica. Jess si dà alla fuga, sella un cavallo, e scompare per tre giorni tra le praterie innevate del Matese.


DICIASETTESIMO EPISODIO

Martedì sera Mentana ha fatto il solito show nel suo programma serale, si è occupato del problema rifiuti in Campania, e in collegamento c’erano anche le persone di Pianura, tra cui un’Ingegnere donna che cercava di spiegare inutilmente al dott. Mentana quello che sta accadendo realmente in Campania.
Jess era davanti al televisore, ascoltava la voce di questa donna, e le ha giurato completa devozione: l’avrebbe voluta Presidente della Repubblica, avrebbe voluto farsi adottare da lei, avrebbe voluto ascoltare la sua voce per sempre.
Paradossalmente proprio in questa regione si è diventati tutti “tecnici”, tutti “esperti”, tutti “informati” sullo smaltimento dei rifiuti! E tutti consapevoli che la camorra scorre nel sottosuolo, come il percolato.

DICIOTTESIMO EPISODIO

Barricate fatte di spazzatura, immondizia lanciata come sassi, un’autoambulanza, un furgone della polizia penitenziaria. Guerriglia.Jess è in auto, attraversa quel che resta di un campo di battaglia, sta cercando di raggiungere l’autostrada per tornare a casa. E si domanda com’è possibile che il Presidente della Regione Campania e il Governo Italiano abbiano permesso che accadesse tutto questo? Com’è possibile che abbiano gettato in condizioni da Terzo Mondo quel che era stato un regno all’avanguardia per la cultura e per la tecnologia? Nascere in un posto anziché in un altro non è un merito, né un demerito, non dovrebbe essere un fattore discriminante. Mentre è assorto nei suoi pensieri, Jess è bloccato da alcuni ragazzini, lui frena bruscamente, uno dei ragazzini tenta di forzare la portiera, picchia sul finestrino, urla qualcosa, ma Jess non capisce, ingrana la retromarcia, si allontana velocemente, finalmente trova lo sbocco per l’autostrada, e si dirige verso casa “sano e salvo”, ma con l’amara sensazione di non esserlo affatto.

DICIANNOVESIMO EPISODIO

Giornalisti. Fotografi. Cittadini seduti sulle poltroncine blu. Il ragazzo del bar. Tutti in attesa dei consiglieri, che arrivano con comodo, e così il Consiglio Provinciale inizia con un forte ritardo. “
Chi paga i caffè e le bottigliette d’acqua?” pensa Jess, e intanto il Consigliere Trombetta prende parola…Trombetta? E Jess pensa immediatamente a Totò, ma il sorriso che compare sul volto è spazzato via appena interviene il presidente della Provincia De Franciscis, il quale definisce l’“emergenza rifiuti” come “insopportabile telenovela”, poiché questo disastro ambientale è iniziato 40 anni fa. Il Presidente parla di terrorismo informatico e terrorismo psicologico, continua a dire che non siamo la pattumiera di Italia!! Ma dove vive lui, in Alto Adige? Sono 450 mila le tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno nella Provincia di Caserta, composta da 104 Comuni, e De Franciscis si preoccupa solo di non far fare cattiva pubblicità.

VENTESIMO EPISODIO

Un altro che minaccia di lanciarsi nel vuoto. Ma questo si lancia davvero. Jess ascolta in silenzio le persone che si sono raccolte attorno all’uomo che si è sfracellato al suolo:
- Avrebbe potuto salvarsi se fosse atterrato sull’immondizia. I sacchetti avrebbero attutito lo schianto. Ora questo come lo
smaltiamo? Come si ricicla?
- Fa parte dell’organico.
- Sì, ma bisogna togliere i vestiti. I vestiti vanno da un’altra parte. E anche le scarpe.
- Caspita, aveva gli occhiali da vista in tasca e si sono rotti! I vetri vanno nella campana del vetro.
- E che altro ha nella tasca del giaccone?
- Un libro.
- Quello va nel cassonetto della carta.
- Sì, ma la copertina è plastificata, mettiamola nell’indifferenziato.
- Ci sarebbero i suoi ideali. Le sue speranze. I suoi desideri. Le sue aspettative. Quelle dove si portano? Dove le gettiamo?

VENTUNESIMO EPISODIO

Nonostante tutto Jess non si sente tranquillo, nonostante ci sia sempre il Cavaliere pronto a scendere in campo per salvare l’Italia. Lui, il Cavaliere, non vorrebbe, ma deve: non vorrebbe ricandidarsi per la quinta volta come Premier, ma ha l’obbligo morale di farlo. Eppure, tutto ciò suona come una cazzata nella testa di Jess. Lui, Jess, ha perfino spedito la sua tessera elettorale al Presidente della Repubblica, e si chiede quando ci sarà un ventata di novità in politica, quando verranno nuove persone a “fare politica”, ma non chi ha smesso di fare il sindaco per sedersi su una poltrona più sfarzosa. Persone nuove, davvero nuove.

VENTIDUESIMO EPISODIO

Un’altra fiaccolata contro i veleni delle discariche e i rifiuti nelle strade. Nonostante il freddo, un centinaio di persone si sono incontrate per sfilare sotto gli occhi di chi sembra alieno a questo problema. Tra la folla Jess riconosce la ragazza dai lunghi capelli neri, e nota che lei non indossa più la divisa del suo liceo, pensa che ormai si sarà diplomata, che avrà circa diciannove, massimo venti anni. Pensa che lei sia molto bella, e che se lui avesse anche solo cinque anni in meno l’amerebbe. Il corteo si è fermato sotto casa di Petteruti, qualcuno gli citofona, ma il Sindaco ovviamente non c’è.

VENTITREESIMO EPISODIO

Giovedì 28 febbraio 2008, ottanta chitarre elettriche, venti bassi e una batteria, diretti da Glenn Branca, hanno eseguito per la prima volta in Italia Hallucination city, e Jess non poteva mancare all’evento, anche perché nell’orchestra c’era uno degli Eddy. Durante l’ascolto della sinfonia n.13, scritta per 100 chitarre, Jess si sorprende distratto a pensare alla ragazza dai lunghi capelli neri, si sporge in avanti e poi indietro per scrutare meglio le file di poltroncine dell’Auditorium, nella speranza di riconoscere la chioma corvina, ma è troppo buio e rinuncia. Forse la incontrerà in quello stesso luogo in un’altra occasione, forse al concerto di Bjork o forse la vedrà danzare su quel palco.

VENTIQUATTRESIMO EPISODIO

Sono le nove del mattino. Sono le nove e dieci del mattino. Jess è ancora a casa, dovrebbe andare ad aprire la sua Libreria, e invece se ne sta seduto in cucina a bere tea. Sono le nove e quindici del mattino. Le campagne elettorali continuano assidue, i candidati alle elezioni sono ovunque, onnipresenti, in molte città italiane, in quasi tutti i programmi televisivi, mentre si continua a morire sul posto di lavoro, mentre si continua a morire sommersi dall’immondizia, mentre si continua a morire per malasanità. Sono le nove e trenta del mattino. Alla televisione danno la vecchia serie
Happy Days, la puntata della quinta stagione, quando Fonzie salta uno squalo con gli sci acquatici, considerata l'inizio dell’inversione di popolarità della sit-com. Jess immagina Berlusconi, Veltroni, Casini, Mastella, D’Alema, e molti altri, saltare lo squalo.

VENTICINQUESIMO EPISODIO

L’aereo è decollato. Jess cerca di rilassarsi sulla sua poltroncina. Non ha paura di volare, ma non può certo escludere che l’aereo possa precipitare, perché c’è sempre una probabilità. Dietro di lei siede una coppia di amiche, una delle due ragazze ha annunciato che ha deciso di sposarsi entro la fine di quest’anno, lo ha detto ad alta voce, rivolgendosi a tutti i passeggeri, ma la cosa incredibile è che invece di “fare spallucce”, tutti si sono congratulati con lei. Jess se ne sta quieto al suo posto, mentre la ragazza sta raccontando all’amica come si svolgerà il giorno del suo matrimonio, come sarà il suo vestito, come si pettinerà, che bouquet avrà, chi inviterà, dove festeggerà…e improvvisamente a Jess non sembra più così terribile l’ipotesi di precipitare con l’aereo.

VENTISEIESIMO EPISODIO

Se Dalì avesse vissuto in questi anni in Italia, avrebbe certamente avuto molti spunti per la sua pittura, ma forse questo Paese è troppo surreale anche per Dalì. Il maestro del Surrealismo avrebbe potuto avere un esaurimento nervoso. Questo pensa Jess, mentre guarda il messaggio elettorale autogestito del PDL, in cui persone piene di speranza cantano “Meno male che Silvio c’è”, senza mai nominare il Partito, ma solo il Presidente. Forse ancora più ridicolo è l’arrangiamento creato per il PD, in cui le persone cantano allegramente sulle note dei Village People. Jess sperava fossero video satirici ideati da Corrado Guzzanti, e si aspettava da un momento all’altro che l’attore fosse inquadrato per dire qualcosa…ma cos’altro c’è da dire? Le stesse cose di 10 anni fa, perché i politici e i problemi sono sempre gli stessi.

VENTISETTESIMO EPISODIO


Mentre la schiuma dello shampoo scivola nello scarico, la ragazza dai lunghi capelli neri afferra un asciugamano, friziona la testa bagnata, prende un paio di forbici, ed accorcia di qualche centimetro la sua chioma. Nel pomeriggio ha diversi appuntamenti di lavoro, ma prima vorrebbe passare in Libreria, dove lavora Jess, per acquistare l’ultimo numero di Blow up, e soprattutto vorrebbe incontrare Jess. Percorrendo la solita strada, passa di fronte a un negozio in cui è stata allestita una mostra fotografica, si sofferma a leggerne il cartellone, poi con passo deciso si affretta in Libreria. Jess è dietro la cassa, la ragazza dai capelli neri si avvicina per pagare la rivista musicale, e poi lo invita ad andare a vedere quella mostra fotografica insieme a lei.

VENTOTTESIMO EPISODIO

Dopo la caduta del Governo Prodi, mentre la JuveCaserta risaliva la classifica facendo ora sperare in una promozione diretta, è stata fatta una campagna elettorale che ha stomacato la Nazione, e parole come scheda nulla, scheda bianca, non voto hanno affollano i pensieri di onesti cittadini. Molti elettori sono stati indecisi su cosa fare. E Jess…Jess, beh…lui non ha ancora deciso se iscriversi a un corso di tip tap o di tango argentino…non ha ancora deciso se accettare l’invito della ragazza dai capelli neri, così delicatamente sfacciata…non ha ancora deciso che libro leggere per primo…ma potrebbe anche non fare nessuna di queste cose e vivere ugualmente bene.

VENTINOVESIMO EPISODIO

Lunedì mattina André Breton e Hégésippe Simon si sono presentati a casa di Jess, per aggiornarlo sulla formazione del nuovo Governo. Il poeta e il precursore del Partito Radicale francese si sono accomodati in poltrona e hanno spiegato a Jess che ormai l’Italia è in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, e che la realtà italiana è svincolata dal tempo, dunque dal surrealismo alla metafisica il passo è stato breve: il Belpaese ha superato il livello Dalì, ora è vicina al livello De Chirico. Jess per un po’ ha ascoltato con interesse, ma quei due non la smettevano più di parlare, così ha dovuto inventare una scusa per allontanarsi, e li ha lasciati a discutere nel suo salotto. Intanto lui è andato nella sua stanza, e nel letto ha trovato la ragazza dai capelli neri.

TRENTESIMO EPISODIO

Ancora una volta Jess apprende da un giornale di essere morto assassinato un martedì pomeriggio, cause ignote, nessun sospettato. Ancora una volta Jess se ne sta in piedi di fronte all’edicola, agitato e incredulo. Chi si diverte a farlo morire? Lui è un morto tra i morti? A questo punto si domanda se davvero ha visto nel suo letto la ragazza dai capelli neri, e se davvero hanno discusso nel suo salotto André Breton e Hégésippe. Uno è morto, l’altro mai esistito. Ancora una volta Jess decide di andare alla redazione del giornale, chiarire l’equivoco, riprendere la sua vita, ricominciare a vivere.

TRENTUNESIMO EPISODIO

Nella Redazione del giornale, dove Jess è andato per indagare su chi si diverte a far pubblicare la notizia della sua morte, il direttore gli indica chi si occupa di necrologia: Jess guarda in direzione della fotocopiatrice, lì accanto un uomo di piccola statura, occhi da pazzo, i capelli grigi e spettinati, le mani ruvide e nere di inchiostro, come pure i vestiti, sporchi e spiegazzati, le scarpe consumate e scolorite, sta imprecando perché si è inceppato un foglio. Jess si avvicina cauto, e timoroso gli chiede come abbia avuto la notizia della sua morte, che ovviamente non è vera. Quello gli risponde che è stata una ragazza dai capelli neri a dirgli di mettere l’annuncio tra i necrologi. Questa rivelazione agita Jess: quante ragazze dai capelli neri conosce? E quante di loro desiderano la sua morte? A lui viene in mente solo una. Ma per quanto terribile possa essere questa scoperta, non è certo paragonabile alla notizia della nascita di un dicastero per la semplificazione legislativa assegnato a Calderoli e di uno per il federalismo assegnato a Bossi.

TRENTADUESIMO EPISODIO

Le abitudini sono dure a morire. La mattina Jess ha l'abitudine di svegliarsi vivo. Ha anche l'abitudine di mangiare a pranzo e a cena. Ognuno ha le sue abitudini, un vezzo, un passatempo. C'è chi ama la letteratura italiana, e chi legge libri che negano l'olocausto. C'è chi non riesce a smettere di fumare, e chi non riesce a smettere di dare calci e pugni finché non muore il malcapitato. C'è chi colleziona figurine e si diverte ad attaccarle sull'album, e c'è chi sente su di sé il dovere morale di stampare manifesti commemorativi di uno sfortunato camerata, ed ecco la che la città si trasforma in un enorme album su cui attaccare quei manifesti una notte all'anno. Avranno il permesso di affissione? É uno degli Eddy che fa notare queste cose a Jess. Non è una critica, solo un'osservazione.

TRENTATREESIMO EPISODIO

Mentre si fredda il tea, mentre la televisione resta accesa, mentre la pioggia cade sulla terra calda, mentre gli occhi si chiudono per riposare, mentre l'inchiostro copia fedelmente, mentre i minuti scorrono come sempre, mentre bruciano cumuli di immondizia, mentre Jess è impegnato ad avvitare il tappo di una bottiglia, ma il tappo gira a vuoto perché non è di quelli che si avvitano, mentre due auto si sfracellano una contro l'altra e qualcuno muore, mentre giocatori di pallacanestro lasciano sperare, è già tempo di andare.

TRENTAQUATTRESIMO EPISODIO

La ragazza dai capelli neri sta osservando un gruppo di bambini: si rilassano all'ombra, si rincorrono nel sole, sudano, ridono, fanno le capriole, si annoiano, si sfrenano, disegnano, dicono tante sciocchezze, e sorprendono per la loro saggezza. Il suo istinto materno le fa accarezzare il ventre piatto, ma si sente un po' in colpa a desiderare la maternità. È il cattivo odore che pervade la città a farglielo pensare, sono le decisioni di apertura di nuove discariche a farglielo pensare, è la mancata raccolta differenziata a farglielo pensare, sono gli inesistenti siti di compostaggio a farglielo pensare.

TRENTACINQUESIMO EPISODIO

A volte succede, è un attimo, dopo la vita riprende, come quando va via la corrente per qualche secondo, poi torna, la televisione si riaccende e Jess può continuare a guardare il film. Ancora una volta in AttesA. In fondo cosa sono ottanta minuti rispetto all'infinità del tempo? La ragazza dai capelli neri ha raccolto la sua chioma in una morbida coda, nel suo armadio c'è ancora la divisa del liceo, adesso la mattina può decidere cosa indossare, ma perde più tempo a prepararsi. Un attimo, un istante, un tempo infinito fermo in un punto, lo scatto di una fotografia, la parola scritta in un libro, poi la corrente torna e continua il film.

TRENTASEIESIMO EPISODIO

Spesso Jess ha la sensazione che stia finendo un periodo, e che un altro ne stia iniziando. Anche adesso ha questa sensazione, adesso che se ne sta seduto dietro il bancone della sua libreria, mentre legge un articolo sulla promozione della juveCaserta in serie A, e si sorprende a pensare alla ragazza dai capelli neri, chissà se lei è andata alle 5 del mattino al Palamaggiò ad attendere la squadra, l'allenatore, i tifosi, per festeggiare.
Serie A, di nuovo e finalmente, serie A.
Jess chiude il giornale, accende il pc, e inizia a scrivere una lunga e-mail.

TRENTASETTESIMO EPISODIO

Dopo una settimana, Jess ha terminato di scrivere la e-mail, la rilegge con attenzione, poi la cancella. Scende da casa, si immerge nel fiume di persone che si dimenano in mezzo alla strada, e il volume della musica in filodiffusione è così alto da ferire gli orecchi, ma tutti hanno l'aria di divertirsi, e parecchio anche. La folla è concentrata fuori al Caffè che ormai è un punto di ritrovo per molti, anche per Jess, che se ne sta appoggiato al bancone mentre beve la sua birra e cerca con lo sguardo la ragazza dai capelli neri. E lei è lì, ad agitare i fianchi accanto ai suoi amici.

TRENTOTTESIMO EPISODIO
Saltellando è entrato in libreria, Jess se ne è accorto, e lo ha lasciato andare in giro tra gli scaffali. Un passerotto, che non vola. A Jess viene in mente una poesia di Catullo, ma lui non ha certo intenzione di adottare questa bestiola dai colori cupi, che ora si è andato a incastrare dietro il bancone e sta piangendo perché non trova la via di uscita. Abbastanza contrariato, Jess si vede costretto a svuotare uno scatolo per ospitare momentaneamente il passerotto, che ora se ne sta immobile nella casa di cartone. Jess dà un'occhiata ai vecchi inquilini dello scatolo, sono libri di fotografie. Alcune sono molto belle, e in uno slancio di comunicazione, Jess vorrebbe mostrarle al passerotto, ma si accorge che quello si è addormentato.

TRENTANOVESIMO EPISODIO

Jess è seduto al tavolino del solito Caffè e sta pensando alla ragazza dai capelli neri. Poi d'improvviso la vede, intenta a leggere la locandina di uno spettacolo. E' passato un mese da quando lei ha accorciato la sua chioma, ora le è ricresciuta, per cui è tornata ad essere la ragazza dai lunghi capelli neri. Jess non ne è innamorato, però a volte sente la mancanza di lei. Cosa proporle? Un caffè? Birra? Cinema? Poi decide di assecondare la propria natura e restare seduto, come se conoscesse già il finale, che non gli piacerebbe, e allora continua a guardarsi attorno.

QUARANTESIMO EPISODIO

Jess sta guardando la televisione. Tutti se lo chiedono quando vedono quella pubblicità, e anche Jess ora se lo sta chiedendo.
Perché una Vj dovrebbe saper fare la ruota?
Poi il regista mi fa: sai fare la ruota?
La ragazza fa la ruota e viene scelta per fare la Vj.
Ma perché fare la ruota è elemento decisivo per fare la Vj? Jess pensa che certe braccia sono state rubate all'agricoltura, e che al giorno dopo ci vorrebbe un Tiberio Gracco.

QUARANTACINQUESIMO EPISODIO

Jess vivrà per sempre qui, non può fare a meno di pensarlo mentre guarda la valigia ai piedi del suo letto. Partirà e tornerà, come sempre. Non dirà addio alla ragazza dai capelli lunghi e neri, non porterà con sé nessun libro, né ne scriverà uno. Non si abbronzerà, non si ubriacherà, non metterà incinta nessuna. Lui si era immaginato mille volte a bere tea in Inghilterra, e invece non andrà lì. Non ha rivelato a nessuno la sua meta, nemmeno a me che sono l'autore di questo Spin off.


martedì 4 settembre 2007

Prima stagione

PRIMO EPISODIO

Jess scrive:
Colazione con caffè e pc, leggo sul blog www.eddyfromtheblog.blogspot.com un commento sulla serata di “Settembre al Borgo” in cui era ospite Sabina Guzzanti, c’ero anche io seduto all’undicesima fila. Alzo la tazzina e vedo il mondo, al centro del piattino in ceramica c’è il disegno del pianeta Terra, mi vesto, vado a lavoro in bicicletta, sono in perfetto orario, pedalo e rifletto sulla parola COMUNICAZIONE, che ha molte sfaccettature, è facile equivocare, tutto è opinabile, non devono esser posti limiti, possono invece esistere molti sbagli. C’è stato un errore di comunicazione: un’intera platea non aveva compreso quale fosse il tipo di serata, un’intera platea ha comprato un biglietto aspettando di assistere ad uno spettacolo che non c’è stato. Metto la catena alla bicicletta, prendo l’agenda dal portapacchi, entro in libreria, accendo le luci e il pc, tiro fuori da uno scaffale un libro, mi siedo al bancone, a Berlino <la Invalidenstrasse, insieme alla sua amica Lina, la polacca. All’angolo della Chausseestrasse, in un portone, c’è un giornalaio col suo banco. Davanti della gente chiacchiera>>; leggere il nome delle strade mi fa venire in mente l’iniziativa del Comune di aver cambiato momentaneamente le strade del Borgo, intestandole a poeti, scrittori, musicisti, con loro citazioni sulla libertà, ho camminato in via Morrison, ho sostato in piazzetta Bukowski, ho passeggiato in via Voltaire, de Montesquiou…il tema del Festival quest’anno è sulla libertà, digito su Google, vado alla pagina http://it.wikipedia.org, leggo: <<La Libertà indica l'essere libero, la condizione di chi non è prigioniero e non ha restrizioni, non è confinato o impedito. La libertà in senso più ampio è anche la facoltà dell’uomo di agire e di pensare in piena autonomia, è la condizione di chi può agire secondo le proprie scelte, in certi casi grazie ad un potere specifico riconosciutogli dalla legge>>…bla bla bla…Qualcuno si è sentito “costretto” a restare inchiodato alla sedia, perché ha pagato per quella sedia, non si è alzato, è rimasto, ha scelto di ascoltare, ma non ha potuto realmente scegliere cosa fare, ha pensato per quasi tutto il tempo al costo del biglietto e della prevendita. Io ho pensato per quasi tutto il tempo che la città ha un Festival di musica, teatro, cultura, che sarebbe un peccato boicottarlo per un errore di comunicazione, ma non si può nemmeno accettare passivamente un errore di tal genere. Sono rimasto seduto all’undicesima fila.

EPISODIO SECONDO

Accidentalmente la tazza di caffè sbatte contro lo schermo del pc, e nero caffè bollente si riversa sulla tastiera, Jess resta per un attimo impietrito, gli viene in mente il video Only dei NIN, poi afferra il pc e lo capovolge per farlo sgocciolare. Squilla il telefono, è “uno degli Eddy”, gli comunica che in tv stanno dando la notizia del premio alla carriera per David Lynch: il nevrotico regista americano ha presentato alla mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo (e delirante) film Inland Empire. Jess riaggancia il telefono, accenda la tv per seguire la notizia al telegiornale, cerca di immaginare cosa mai avrà proposto sul grande schermo David Lynch, che in quasi trent’anni ha spaziato dall’Horror in bianco e nero con Erasehead, la mente che cancella (1978), alla storia orripilante del giovane deforme Elephant man (1982), dal grande successo televisivo di Twin Peaks (anni ’90), alle ansie mentali di Lost Highway (1997) e Mulholland Drive (2001), questi ultimi intervallati dalla commovente avventura raccontata in Una storia vera (1999). Il pc continua a sgocciolare.

EPISODIO TERZO

Ondata di maltempo, rovesci e nubi su tutto il Bel Paese, Jess non può andare a lavoro in bicicletta, come è solito fare. Il suo ombrello nero incontra altri ombrelli, per la maggior parte di studenti, e racconti estivi di spiagge, di concerti, di treni persi, affollano i marciapiedi di fronte la scuola.
Jess guarda la pioggia, mentre i ghiacciai si sciolgono, mentre il pianeta si surriscalda, gli viene in mente un post letto su www.eddyfromtheblog.blogspot.com, riguardo l’entropia che ognuno di noi, più o meno inconsapevolmente, contribuisce ad aumentare anche nella propria casa.
Cammina tra questi pensieri, stando attento alle pozzanghere, entra nella libreria, accende le luci, il pc, la macchina per il caffè espresso, lo stereo…qualche secondo dopo inizia a sciogliersi l’igloo di un eschimese…

EPISODIO QUARTO

Lunedì sera.
Jess è a casa, inserisce nel lettore un Dvd, spegne la luce.
Il direttore d’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli fa il suo ingresso tra gli applausi, mentre qualcuno è ancora in piedi e si affretta a prendere posto, si siede sulla costosa poltroncina in attesa di Franco Battiato, lì in concerto per una serata di beneficenza.
Anche Jess prende posto, ma sul suo divano: inizia la visione de “Il Caimano”, che ha già visto al cinema, lo valuta un buon film, e da poco ha appreso che alla sceneggiatura ha collaborato Francesco Piccolo, che prima di diventare un noto scrittore è stato l’allenatore di pallacanestro di tanti giovani casertani.
Jess guarda il film, Battiato sta cantando, il lunedì diventa martedì, il martedì diventa mercoledì.

EPISODIO QUINTO

Mercoledì mattina.
Jess beve il suo caffè, alcuni elicotteri volano nei pressi della sua abitazione: istintivamente si allontana dalla finestra, sa perfettamente che nessun elicottero si schianterà contro casa sua, eppure il rumore delle gigantesche eliche gli hanno fatto venire in mente il documentario “Confronting the Evidence”, riguardo i punti oscuri degli attentati dell’11 settembre 2001. Finalmente ha potuto vedere su RAI TRE l’edizione italiana del Dvd prodotto nel 2004 da Jimmy Walter, mai stato trasmesso dalle televisioni finora.
Jess sorseggia il caffè, è in ritardo al lavoro.

EPISODIO SESTO

Un intenso inconfondibile profumo scatena gli appetiti, la sua visione prepara il palato all’esperienza gastronomica più genuina cui si possa aspirare, Jess cammina tra la massa di persone, cercando un posto dove sedersi, uno qualunque, una panchina, un muretto, sono venuti in tanti a vivere la Notte Bianca di Napoli.
Mezz’ora prima stava guardando libri sulle bancarelle, camminava dalla piazza alle strade ascoltando jazz, poi il suo olfatto ha captato l’odore del basilico e della mozzarella amalgamata al pomodoro: così è stato catturato. Ha seguito la scia, è entrato in pizzeria, ha ordinato una Margherita, emblema della perfezione culinaria, ha aspettato paziente, con la salivazione in aumento, poi trionfante è uscito dall’affollato locale con il cartone bianco, proletario contenitore di un alimento che è esperienza orgasmica nella bocca.
Ora si è finalmente seduto sullo scalino di un negozio, forse l’unico negozio chiuso in tutta la città. La pizza Margherita è lì: forma, odore, colori, ma cosa la rende speciale? L’acqua di Napoli? Le tante ore di lievitazione della pasta? Il forno a 485 °C?
E’ arte: Jess pensa che il pizzaiolo non può essere artigiano, ma artista. Certo il sapore quasi lo commuove, si sente nella pace dei sensi, mentre gli scorrono davanti adulti, bambini, ragazzi, anziani, tutti eccitati per l’evento, tutti contenti di passeggiare per la città a tarda notte senza pericoli, e tutti quelli che guardano Jess provano invidia, decidono di mangiare la pizza, per sentirsi anche loro nella pace dei sensi.

EPISODIO SETTIMO

Martedì mattina Jess accende la televisione, come di abitudine, per sentire le prime notizie dal mondo, mentre monta la macchinetta del caffè. Ancora tutto assonnato beve caffè, lontano dalla tastiera del pc su cui tempo fa accidentalmente versò il liquido nero bollente.
Le parole Corea del Nord, bomba atomica, esplosione sotterranea, armi di distruzione di massa, dittatore rosso, risuonano allarmanti e angoscianti negli orecchi di Jess, mentre abbottona la camicia, mentre infila le scarpe, mentre è in sella alla sua bici e pedala verso l’edicola più vicina, compra la Repubblica, il Mattino, Il Sole 24 ore.
In prima pagina c’è la sfida atomica lanciata da Kim Jong Il, la Finanziaria, e il caso della mozzarella di bufala dopata, Jess legge ad alta voce le parole dell’inviato de la Repubblica: "Come figuranti costretti a ripetere all’infinito un copione tratto da Gorge Orwell, i nordcoreani continuano da cinquant’anni a recitare la vigilia dell’Olocausto nucleare…", nel mondo succede anche questo, mentre nel mirino dei Nas è finito un medicinale a base di somatropina, così ecco di nuovo la parola Corea saltar fuori da un articolo del Mattino, perché in Corea è prodotto e importato illegalmente il farmaco usato per incrementare la produzione del latte, a questo punto Jess cerca su il Sole 24 ore nell’articolo sulla Finanziaria la parola Corea, non c’è, poi compra una mozzarella di bufala di mezzo chilo da mangiare a pranzo.

EPISODIO OTTAVO

Qualche volta Jess cammina e legge un libro contemporaneamente, il suo sguardo viaggia dalla vegetazione di cemento a quella delle frasi scritte, a volte urta qualche passante, altre volte ha rischiato di essere investito, ma non riesce a rinunciare a quella singolare lettura itinerante, come se il libro si attaccasse a lui, come se fosse questo oggetto inanimato a chiedergli di vivere negli occhi della sua mente, deve per forza leggerlo, tra le lenzuola prima di addormentarsi o al tavolo della cucina mentre fa colazione o quando cammina per le strade della sua città. Come Quinto, il protagonista di Speculazione edilizia di Calvino, anche Jess in questi giorni preferisce guardare il meno possibile la paesaggistica della propria città, ma non sono le geometrie spigolose dei palazzi a intristirlo, infatti ciò che vede sui marciapiedi e in mezzo alla strada è assai più infelice: rifiuti, sacchetti di plastica per immondizia, spazzatura, pattume, sporcizia. Lo scenario è sconcertante, preoccupante, maleodorante. Non basta fare la raccolta differenziata in casa propria, come non basterà ridurre i consumi, e mentre lo pensa Jess passa davanti alla vetrina di un noto operatore di videotelefonia, che per le sue pubblicità ha utilizzato come garanti un senatore a vita prescritto per crimini legati alla mafia e una valletta coinvolta in un giro di raccomandazioni in televisione in cambio di favori sessuali, ma perfettamente riabilitati grazie allo spot. Jess continua a leggere…

EPISODIO NONO

Cosa fa Jess, a parte camminare e pensare, pedalare e pensare, leggere e pensare? Chi è Jess, perché è stato tirato fuori da un mondo non scritto? Non hanno raccontato abbastanza i coniugi sceneggiatori Palladino? Non bastava il signor Palomar ad osservare il mondo? O le riflessioni di Maulaussène a ironizzare sugli accidenti della vita?
Jess continua a leggere, mentre cammina, si ferma davanti un negozio di abbigliamento, in vetrina è esposta una maglia bianca a maniche lunghe, con una citazione e il viso di Pierpaolo Pasolini. Gli piace, già se la immagina addosso, ma si chiede se è giusto commercializzare una faccia, e quella di Pasolini poi, in occasione del suo anniversario di morte (ma il paradosso, l’apoteosi del consumismo Jess lo ha visto in una vetrina di un altro negozio, dove c’era un manichino che indossava una maglia con la faccia di Mao, e poi c’è stato quel servizio televisivo sul costo delle barche, in una da due milioni di euro c’era un enorme quadro di Che Guevara).
Si chiede se comprando quella maglia contribuirà ad alimentare questo tipo di mercato che si è creato, perché non è che ha l’esigenza di comprare una maglia, né tanto meno quella maglia, e si chiede cosa direbbe Pasolini, se potesse vedersi lì in cotone, con la stessa espressione su ogni maglia e per ogni giorno che qualcuno la tirerà fuori dal cassetto, cosa direbbe se sapesse che Jess sta usando la sua faccia per vestirsi, e che magari la indosserà per dormire…
Ora Jess si interroga sugli scritti di Pasolini, sulla sua poetica, la scelta di una letteratura impura, l’importanza della parola diretta, è già passato un quarto d’ora, sta lì fermo davanti alla vetrina, guarda la maglia, e la maglia guarda lui, la compra, ha deciso. Va subito a casa, infila la maglia, e per una settimana ci vive dentro.

EPISODIO DECIMO

Un gatto si gratta un orecchio con la zampa, agita la coda, si aggomitola per dormire, ha il respiro leggero, silenzioso, si tira su ogni volta che sente un rumore, lasciando intendere che è sempre vigile e attento, Jess lo sta osservando, è in ritardo al lavoro, ma sta lì ad osservarlo. Altre persone camminano veloci su quel marciapiede, non notano né il gatto né Jess che osserva il gatto. Ancora una volta Jess si sente come un personaggio di sfondo di una serie televisiva, fumettistica, letteraria, ma protagonista di uno spin off, e si sente ruotato via, al di fuori di un contesto, che è poi quel mondo frettoloso, approssimativo, senza una precisa età, senza una particolare appartenenza sociale, è un mondo come tanti altri mondi, ma che agisce e si comporta con leggerezza, che non esamina a fondo nessuna questione, che non approfondisce nessuna curiosità.
Anche Jess spesso si limita agli aspetti più esteriori o evidenti delle cose, ma ci sono delle volte in cui è attratto da un certo particolare, che magari è lì sotto lo sguardo di tutti, ma che fa da sfondo ad altro, confondendosi tra quelle cose che per prime attirano l’attenzione. Il gatto è uno sfondo per tutte le persone che camminano veloci sul marciapiede, ed anche Jess è finito in quello sfondo, gli basterà muoversi e sarà di nuovo indipendente.

EPISODIO UNDICESIMO

Sotto le scritte nere si nasconde l’incubo della pagina bianca, ma è proprio quella pagina bianca ad attrarre, è il potenziale, è tutto o niente, dipende da chi sorregge la matita o da chi fa muovere la penna, o da chi fa scorrere le dita veloci su una tastiera, dipende da chi crea segni o da chi traccia significati.
Jess ha davanti a sé un foglio, un rettangolo di spazio bianco, disegna una moneta e sotto scrive “predisposizione, particolare capacità e abilità nel fare qualcosa”, legge ad alta voce ciò che ha scritto, cercando la tonalità più adatta: l’aria fuoriesce dai polmoni, passa nelle cavità orali e nasali, lì viene modellata, si trasforma in vocali e consonanti. Una consonante sonora fa vibrare la glottide, si muovono labbra e guancia per una vocale, lingua e palato per un’altra consonante, tutti concorrono alla creazione di un suono armonico.
Ascolta la propria voce mentre legge, svuota di significato le parole per concentrarsi sul suono che produce, ma non ne trae nessun conforto, e subito riveste quelle parole, ne restituisce la forza espressiva, le guarda, le legge, le comprende. Si era soffermato sulla forma, non sul contenuto, ma a che scopo cercare una voce, un tono? Per accontentare gli occhi, orecchi e menti di chi? Quella voce non deve sovrastare i pensieri, ma deve far domandare perché si è usata quel tipo di voce per dire certe cose.

EPISODIO DODICESIMO

Com’è possibile che non ci si accorga della vita che passa mentre sta passando? Jess è in auto, guida con prudenza, ha sempre paura di poter morire in un incidente automobilistico, come Qfwfq in Ti con zero, come una ragazza che ha conosciuto da bambino, come tante persone che non hanno fatto ritorno a casa, e allora in auto lui si fa più attento che mai, soprattutto dopo aver letto il De brevitate vitae, perché ad ogni parola gli sembrava che Seneca stesse parlando a lui, di ciò che non ha saputo fare nel tempo, e ora vuole e deve fare qualcosa, possibilmente non lamentarsi. Che tipo è Jess? Nessun tipo in particolare, ma che importanza può avere se ha i capelli biondi o neri, se è alto o basso? Ora parcheggia, scende dall’auto, guarda la sua immagine riflessa nel finestrino, si dà un’aggiustata ai capelli, attraversa la strada, cammina sul lungo marciapiede, gira a destra, riattraversa la strada, gira ancora a destra, è buio e fa freddo, ma Jess cammina stringendosi nel cappotto, guarda dritto davanti a sé, arriva in teatro, si siede e si gode lo spettacolo.

EPISODIO TREDICESIMO

Distese di bianchi scaffali stracolmi di prodotti alimentari, a destra scatole di cereali per la prima colazione, pacchi di biscotti da inzuppare nel latte, confezioni di merendine al cioccolato, a sinistra barattoli di crema alla nocciola, buste di brioche e cornetti da farcire, nel corridoio accanto pacchi di pasta di grano duro, spaghetti, maccheroni, bucatini, pasta integrale, riso e risotti “già pronti”, barattoli di sughi al pomodoro, di salse, besciamella, maionese, patatine in busta, scatole di tonno; ancora appresso enormi frigoriferi con prodotti surgelati di ogni specie, più in là il banco della carne, dei formaggi, della frutta, della verdura. Desideri “occidentali” materializzati in colori e sapori per soddisfare occhi e palato.
Jess è al supermercato, sta riempiendo il cestino con prodotti a lunga scadenza, per la colletta alimentare.

EPISODIO QUATTORDICESIMO

Seduto dietro il bancone della libreria, Jess osserva le persone che girano tra gli scaffali, lettori in attesa di lasciarsi guidare dalla voce in falsetto di un narratore, ansiosi di prender parte al gioco letterario, curiosi e attenti nelle loro scelte. Forse cercano un libro per studiare, per prepararsi ad un esame, oppure da leggere la sera prima di addormentarsi, o da regalare a qualcuno immaginando cosa gli piacerebbe ricevere. Le loro dita scorrono sui dorsi di libri allineati, su nomi di autori in ordine alfabetico, leggono titoli, recensioni in quarto di copertina, qualcuno lo hanno già letto, ne prendono uno, sfogliano qualche pagina, lo posano, ne prendono un altro, poi un altro ancora, indecisi, eccitati.
Una ragazza con lunghi capelli neri sta cercando un libro di poesie di Ferlinghetti con testo a fronte, indossa la divisa del suo liceo, trascina a terra lo zaino, che sembra essere pesante, forse è stanca di portarlo sulla schiena. Jess la guarda muoversi tra i corridoi della libreria, leggera, sensuale, e buffa quando stringe gli occhi miopi per leggere il titolo dei libri sulle alte mensole. Si alza sulle mezzepunte, allunga il braccio destro, afferra un libro, accarezza la copertina lucida, dà un’occhiata ai caratteri delle pagine, inizia a leggere la prefazione, poi decisa va alla cassa. Jess batte lo scontrino, fa qualche commento sull’autore, e la guarda uscire sorridente.

EPISODIO QUINDICESIMO

L’acqua scorre dal rubinetto, Jess gira la manopola, si immerge nella vasca, stando attento a non bagnare un graphic novel che vuole leggere nel tepore dell’acqua e tra la soffice schiuma. Il corpo si rigenera, così come l’intelletto è stimolato dall’illustrazione di Mazzuchelli tratto da Città di vetro di Auster.
Jess ha commesso il solito errore di chi decide di fare un bagno caldo: non ha staccato il telefono, ed ora sente gli squilli dell’apparecchio, cerca di alzarsi, ma con l’alluce tira la catenella del tappo. L’acqua inizia a scivolare via, inseguita dalla schiuma.
Anche Jess finisce per essere inghiottito dalla sua vasca da bagno, chiude gli occhi mentre viaggia nella tubatura stretta e buia, si sente come l’alieno che non ha sbucciato la mela all’epoca in cui ogni parola aveva un solo significato. In lontananza si sentono clacson di auto, Jess apre gli occhi, guarda allo specchio la sua immagine, ha la barba e i capelli lunghi, ha trascorso molto tempo nella tubatura, decide di radersi.

EPISODIO SEDICESIMO

Sfogliare l’atlante per scoprire che nella maggior parte del nostro pianeta ci sono guerre: da una parte si combatte per il possesso di un pozzo d’acqua, da un’altra parte per pozzi di petrolio, in una zona si fa guerra per i confini territoriali, in un’altra c’è chi si lascia esplodere, e in diversi luoghi si verificano altri tipi di attentati, e altrove si fanno esperimenti per la bomba atomica, e dove non c’è cataclisma umano potrebbe esserci quello naturale, tipo tsunami, lava incandescente o cenere soffocante, alluvioni, tifoni.
Jess non sa decidersi. Avrebbe voluto fare un viaggio, ma ora pensa che preferirebbe trascorrere almeno una serata con quella ragazza dai lunghi capelli neri che aveva acquistato nella sua libreria un volume di poesia.
Non sa nulla di lei, eppure si immagina con lei, in una casa sul mare, davanti al camino, a mangiare cioccolata e a bere vino rosso.

EPISODIO DICIASSETTESIMO

Jess ha l’influenza, nonostante le belle giornate di sole si è ammalato, ed ora è a letto intontito dai farmaci, non ha voglia di vedere la tv, ha mal di testa per leggere, e nessuno va a trovarlo per non essere contagiato, così immerso nella solitudine e nel silenzio pensa, dorme, sogna.
Ai piedi del suo letto ora vede una grossa tartaruga, sopra c’è un uomo, quello che fu il vescovo di Mira, ha un raffiolo nella mano sinistra e glielo sta offrendo.
Jess afferra il dolce, gli dà un morso, sente i pezzetti di cioccolato sotto i denti, la glassa sotto il palato, che con un colpo di lingua fa scivolare via, sente la cremosa ricotta sciogliersi in gola, lo zucchero andargli al cervello, un altro morso, divora il dolce, ne vorrebbe ancora, l’uomo gli sorride, e vola via sulla sua tartaruga gigante.

EPISODIO DICIOTTESIMO

La ragazza dai lunghi capelli neri è ferma davanti un negozio di scarpe, sta guardando la vetrina, stretta nel suo cappotto, con le mani in tasca. Jess l’ha riconosciuta, si avvicina, dà anche lui un’occhiata alla vetrina: un paio di scarpe da donna con tacco alto e una stretta punta fa venire in mente a Jess le scarpe della strega dell’Ovest del Mago di Oz.
La ragazza stringe gli occhi miopi per vedere un paio di scarpe poco più lontane da quelle della strega dell’Ovest, Jess invece abbassa lo sguardo per vedere che scarpe indossa lei. Lei se ne accorge e guarda perplessa Jess che si lascia scappare un “salve”, ma lei non lo ha riconosciuto, non lo riconosce senza attorno gli scaffali traboccanti di libri, non riesce a decontestualizzarlo! Per gentilezza fa un mezzo sorriso e si allontana.
Jess la guarda camminare sotto le luci natalizie, quelle che scendono a pioggia e sembrano far brillare la strada, vorrebbe rincorrerla e invitarla a bere vino rosso e a mangiare cioccolato, ma non lo fa, e lei continua a camminare.

EPISODIO DICIANNOVESIMO

I suoi concittadini si erano abituati a non “usare” quella strada, Jess non può fare a meno di pensare che poteva restare chiusa al traffico, che sarebbe stato meglio passeggiare per il Corso senza la visuale di automobili.
Un passo e poi un altro, eccolo di fronte alla Reggia vanvitelliana, ed ora immagina i rappresentanti del Governo accolti tra cantieri e nuvole di smog. La giunta comunale, di qualunque schieramento sia, si occupa di sistemare un quadrato di città in base ad un evento, se c’è un evento! Non lo fa per il cittadino, cioè il cittadino è destinato a vivere tra cantieri, deve solo sperare che qualcuno proponga un qualcosa per cui allora ci si arrabatta per aggiustare un angolo della città.
Fa freddo, Jess torna a casa, taglia qualche fetta di pane, apre un barattolo di marmellata di ciliegie e la spalma con accuratezza, perché la fantasia ha bisogno di essere “spalmata su una solida fetta di pane”.

EPISODIO VENTESIMO

L’Italia in missione di pace. Jess ha un concetto di pace evidentemente diverso da metà della popolazione mondiale.
Kate Moss è testimone di diversi prodotti commerciali. Jess ha un concetto dei cocainomani evidentemente diverso da metà della popolazione mondiale.
Numerosi i dettagli sulla strage di Erba. Jess ha un concetto dell’informazione evidentemente diverso da metà della popolazione mondiale.
Né migliore, né peggiore, solo diverso. Ognuno si fa un’opinione, anche lui ha la sua.

EPISODIO VENTUNESIMO

Si fa strada, spunta prepotente, infiamma tutto attorno a sé, per manifestare la sua presenza, per ora è lì, e ci resterà.
Jess è in piedi di fronte lo specchio con la bocca aperta, guarda emergere quel dente che sta crescendo nella sua cavità orale: sta vivendo una paternità speciale, e decide perfino di dare un nome alla sua creatura, e giacché si tratta di uno tra i terzi molari permanenti, decide di chiamarlo Yahoo, come gli esseri alquanto “primitivi” incontrati in uno dei viaggi di Gulliver. Dopo un’accurata igiene orale, si veste per andare a lavoro, poi in strada gli appare la ragazza vestita con la divisa del suo liceo, che cammina a passo svelto, e certo starà andando a scuola, le fa un cenno con la mano per salutarla, lei gli passa accanto e un po’ perplessa gli sorride, insomma continua a non riconoscerlo!
A Jess quel sorriso sembra trasformarsi in una risata trattenuta. Si gira di scatto verso la vetrina di un negozio per specchiarsi: la parte sinistra del suo viso si è notevolmente gonfiata…è Yahoo che gli sta trasformando la faccia come quella di un cartone animato!

EPISODIO VENTIDUESIMO

Una coppia di giovani amanti in un'automobile (parcheggiata impropriamente di fronte ad un Tabacchino) “gratta” avidamente la patina argentata del Gratta e Vinci.
A Jess non interessa di come quei due vogliono spendere i loro soldi, né di come vorrebbero farne il più velocemente possibile, per lui è fastidioso dover fare lo slalom tra le macchine parcheggiate e quelle in movimento, e pensa: “Vi prego Casertani, fate quattro passi a piedi, è deprimente vedervi passare in auto anche per guardare le vetrine...almeno per questo motivo potreste scendere dal veicolo, no? Passeggiate per Caserta in auto e rendete spiacevoli le mie passeggiate a piedi. Credete forse di essere centauri, ma non siete metà uomo-metà auto, non siete una figura mitologica, ANDATE A PIEDI e fermatevi pure a grattare i vostri cartoncini della felicità in tutti i tabacchini che incontrate senza l'ingombro delle vostre auto”!
Jess ha sempre considerato Caserta ideale per andare in bicicletta, gli piacerebbe pedalare nella zona Macrico, attraversare Corso Trieste, raggiungere il Parco Reale e continuare a pedalare così nel verde e nella storia...

EPISODIO VENTITREESIMO

La pioggia sbatte contro i vetri della finestra, il rumore ha svegliato Jess che se ne sta sepolto sotto le coperte, avvolto in esse come un baco da seta. Squilla il telefono, è uno degli Eddy che lo avvisa che sabato pomeriggio ci sarà una riunione del Comitato Macrico, e lo invita ad andare per tenersi aggiornato sulla questione.
Se vivesse nella fantastica Stars Hollow potrebbe sperare di incontrare la ragazza dai lunghi capelli neri in queste riunioni cittadine, ma poi cosa le direbbe? Potrebbe proporle di andare al cinema, nelle sale c’è Inland Empire di Lynch, e mentre pensa a lei si veste per andare a lavoro. Cammina stando attento alle pozzanghere, il suo ombrello nero incontra altri ombrelli, e sotto ognuno di essi cerca lei, ma la città gli sembra troppo grande da quando non riesce più a incontrala…

EPISODIO VENTIQUATTRESIMO

Lo stadio trabocca di persone, Jess è in tribuna, si gode i primi tre minuti della partita pensando che la Juve Caserta è in vantaggio e vincerà, poi smette di sorridere, inizia a inveire contro gli arbitri, e contro la sua stessa squadra. Si sporge dagli spalti, furioso batte il pugno contro un cartellone pubblicitario, e vede lei, la ragazza dai lunghi capelli neri, nella zona partèrre, seduta composta accanto a un bambino con la felpa del mini basket.
La Juve Caserta sta perdendo, Jess segue la partita con ansia, poi quando la squadra segna tre punti, guarda la ragazza dai lunghi capelli neri fare un balzo dal suo posto e sorridere al bambino. Jess trova eccitante che anche a lei piaccia il basket…la sua squadra ha perso, e anche lui è perso tra i suoi pensieri.

EPISODIO VENTICINQUESIMO

Otto mesi di governo Prodi, Jess fa un triste veloce riepilogo delle aspettative degli elettori disattese:
abrogazioni leggi vergogna (ad personam): non fatto; legge sul conflitto d'interesse: non fatta; sospensione della riforma dell'ordinamento giudiziario: non fatta; superamento legge 30 (legge Biagi): non fatto.
Jess ora si sente un po’ giù, gli viene in mente un articolo letto tempo fa:
"Il modo per raggiungere la pace interiore consiste nel portare a termine tutte le cose che abbiamo iniziato".
Effettivamente Jess ha lasciato a metà molte cose, decide di finirle, e forse anche Prodi e D’Alema sono nella loro cucine, e si stanno guardando attorno decisi a finire ciò che hanno iniziato: una bottiglia di Morellino di Scansano, il Pampero, una boccia di Grappa, la Vodka, il Prozac e una confezione di mozzarelline di bufala… …forse dopo anche loro si sentiranno bene come Jess in questo momento.

EPISODIO VENTISEIESIMO

Due quadri di Picasso sono stati trafugati nella casa parigina della nipote del pittore. Jess ha un alibi perfetto, non era a Parigi quella sera.
Se Jess avesse presso un aereo per Parigi, se fosse rimasto lì per una notte e se poi fosse ripartito il giorno seguente avrebbe potuto destare sospetti? Solo per questa banale coincidenza?
Una coincidenza è il verificarsi simultaneo e casuale di due eventi (per esempio due persone si incontrano senza darsi appuntamento), ed è anche la corrispondenza di opinioni, idee, aspettative(per esempio due persone diverse tra loro possono sorprendersi ad apprezzare le stesse cose, come i dolci con la ricotta e il cartone animato di South Park), così nel linguaggio matematico una coincidenza è l’identità o sovrapposizione di punti, linee, figure (per esempio nella terza dimensione due persone che fanno sesso).
Jess beve troppi caffè, ma immagina di bere tea in Danimarca.

EPISODIO VENTISETTESIMO

Jess è morto, è stato assassinato una domenica pomeriggio, cause ignote, nessun sospettato.
Questa notizia agita un po’ Jess, che se ne sta in piedi di fronte all’edicola dove ha appena comprato il giornale e letto della sua morte.
Incredulo si tasta gambe e braccia, gli viene in mente la morale della favola raccontata in un film di Pasolini, “essere vivi o morti è la stessa cosa”.
Lui è un morto tra i morti? Per questo motivo la ragazza dai lunghi capelli neri non si accorge di lui? Lei è viva? Jess entra ed esce dal regno dei vivi o dei morti? Lazzaro è stato il primo caso di zombie nella storia?
Jess decide di andare alla redazione del giornale, chiarire l’equivoco, riprendere la sua vita, ricominciare a vivere.

EPISODIO VENTOTTESIMO

Jess ha appena sentito la dichiarazione del ministro Bindi, contraria alle coppie omosessuali, così esce sul balcone di casa e inizia a urlare: -Basta! Basta! Basta!
In Africa milioni di bambini muoiono per fame e malattie, centinaia di bambini sono orfani perché i loro genitori muoiono di Aids, migliaia di bambini africani non arriveranno mai all'età adulta, ma potrebbe esserci qualcosa di ancora più orribile: essere adottati dal ministro Rosy Bindi!!

EPISODIO VENTINOVESIMO

La ragazza dai lunghi capelli neri è tornata nella libreria dove lavora Jess, si muove lenta e leggera tra gli scaffali, stringe gli occhi miopi cercando di individuare il settore dedicato alla filosofia, mentre Jess la osserva scegliere il libro e dirigersi alla cassa, forse lo riconoscerà questa volta. La guarda avvicinarsi, lei indossa la divisa del suo liceo, forse è appena uscita da scuola, e a Jess viene in mente il video Charlotte Sometimes dei Cure.
Improvvisamente non si sente più attratto da lei, o meglio, non si sente attratto dal mondo di cui lei fa parte, ed ora resta indifferente al sorriso di lei, batte lo scontrino e le dice semplicemente “arrivederci”.

EPISODIO TRENTESIMO

Questa mattina Jess si è svegliato senza memoria, ha perso la sua finestra sul mondo. Non se ne è reso conto subito, si è alzato dal letto, ha bevuto il suo caffè amaro, in piedi, appoggiato al vetro del balcone della cucina, ha guardato fuori, per accertarsi che la città fosse ancora lì.
Qualcuno ha esposto sul proprio balcone lo striscione "Macrico pubblico Verde 100%", Jess osserva questi rettangoli di stoffa verde ondeggiati dal vento, pensa sia una buona cosa che la città prenda coscienza di sé, poi va in salotto, alza la persiana per fare entrare luce, e in quel momento si accorge che lì non c'è più nulla: il divano, lo scrittoio, lo stereo, la tv, le foto, e perfino la carta da parati sono scomparsi, ed ora il salotto è solo una stanza vuota, chiusa da quattro pareti bianche.

EPISODIO TRENTUNESIMO

Jess è seduto a terra in quello che era il suo salotto, bussano alla porta e va ad aprire: sono alcuni facchini della ditta “Chiodi da Nove Pollici”, devono consegnare divano, scrittoio, stereo, e televisore.
Jess non ricorda di averli chiamati, ma li fa entrare in casa, lascia che sistemino tutto, e mentre li guarda lavorare pensa che alla fine della giornata avranno mal di schiena e piedi indolenziti.
Uno di loro canta sottovoce “Mi faccio del male oggi per vedere se ancora provo sensazioni, mi concentro sul dolore l'unica cosa che è reale”, e nella mente di Jess si proiettano immagini di decadenza, di droga, di una terra dilaniata dalla guerra, di donne e bambini di fronte le proprie case devastate, di vittime dimenticate e svuotate di una qualsiasi umanità.
Il ragazzo continua a cantare “Potresti avere tutto il mio impero di schifo, ti abbandonerò, ti ferirò”, Jess sa che il mal di piedi non c’entra nulla e si toglie le scarpe da ginnastica.

EPISODIO TRENTADUESIMO

Qualche volta Jess pedala veloce sulla bicicletta, qualche volta rischia di investire qualcuno, qualche volta cammina e legge un libro contemporaneamente, qualche volta rischia di essere investito. Cammina nel sole di aprile, e cammina bukowskianamente nelle strade di questa città, senza vedere nulla, senza imparare nulla, senza essere nulla.
Arriva nella zona destinata alla maleodorante vergognosa illegale discarica, e lì in cima alle montagne Lo Uttaro ci sono gli Einsturzende Neubauten che cercano rottami per concertare, proprio come all'inizio della loro carriera, quando andavano in tournee senza strumenti e si fermavano nelle discariche alla ricerca di resti metallici con cui esibirsi. Certamente la Campania è per loro una buona fonte da cui attingere.

EPISODIO TRENTATREESIMO

In libreria, Jess sta facendo ordine tra gli scaffali, Camus qui, Moravia lì, Pessoa e Pennac di là, tutta narrativa da sistemare oggi! Oggi è lunedì 23 aprile 2007, oggi alle 16:00 c’è il Consiglio Comunale aperto ai cittadini, Jess vuole sistemare tutto durante la pausa pranzo, così potrà partecipare all’assemblea, e fingere di vivere nella mitica Stars Hollow.
Afferra un libro di Hesse, si arrampica su uno scaffale per sistemare Il lupo della steppa il più in alto possibile in modo che a nessuno venga la tentazione di acquistarlo, e proprio mentre crede di essere riuscito nell’impresa, ecco lo spirito di Hesse ribellarsi e far cedere sotto il peso di Jess la mensola su cui questi poggia il piede.
Jess precipita sul pavimento seguito da una valanga di cartaceo che lo seppellisce e immobilizza. Ora Jess è certo che farà tardi all’assemblea, o che peggio non riuscirà ad andare.

EPISODIO TRENTAQUATTRESIMO

Il congiuntivo. Questo sconosciuto. Accanto al cimitero della punteggiatura, dove Sclavi immagina il punto e virgola, c'è quello dei modi verbali della lingua italiana, lì forse c'è il congiuntivo, ucciso e dimenticato. Jess corre a razzo sulla sua bicicletta, fugge il luogo dell'assassinio, ad ogni pedalata un pensiero se ne va, si sperde insieme a un fazzoletto verde, una A, e un biglietto aereo per Madrid scivolati dalla sua tasca. Pedala veloce, attento a non travolgere nessuno sotto l sue ruote, scansa una signora, evita un gatto, respira le polveri sottili nell'aria, non si ferma a un incrocio, clacson e automobilisti furiosi, un signore anziano sta urlando "Vergognatevi per L'Uttarooooo", lo grida con tanto di apostrofo, sono già 5 chilometri, sempre pedalando, lacrime, dolore, rabbia, sensazione di impotenza.
Sei ingenuo Jess.

EPISODIO TRENTACINQUESIMO

Cut-up. Ondata di maltempo, rovesci e nubi su tutto il Bel Paese, Jess accende la televisione, come di abitudine, per sentire le prime notizie dal mondo, mentre monta la macchinetta del caffè. Dopo un'accurata igiene orale, si veste per andare a lavoro, infila la maglia con l'alieno che non ha sbucciato la mela all'epoca in cui ogni parola aveva un solo significato, si guarda allo specchio, ha la barba e i capelli lunghi, decide di radersi, così esce in ritardo al lavoro.
Fine cut-up. Il caso Telecom è diventato la quinta notizia di un telegiornale, e Jess immagina uno dei prossimi proprietari della società costretto a prenotare una seduta dallo psicologo per i suoi interessi in conflitto tra loro: hanno bisogno di uno specialista, dato che il governo non riesce a risolvere la questione.

EPISODIO TRENTASEIESIMO

E' un pomeriggio assolato, le giornate si stanno allungando, e Jess aspetta l'estate masticando semi di mela in un bar completamente vuoto. Non completamente: c'è Jess, e una zanzara che gli ronza attorno... paf... ora c'è solo Jess. No, non c'è solo lui. C'è il barista. Dunque ci sono tre personaggi in tutto, tre se si considera il cadavere della zanzara, quattro se si considera la radio che vomita canzoni dalle casse stereo. Gli unici due personaggi che potrebbero conversare restano in silenzio, la zanzara ronzava, ma Jess l'ha messa fuori gioco, la radio invece viene abilmente spenta dal barista, ecco ora sono davvero immersi nel silenzio, mentre tante persone si affannano nel mondo caotico.

EPISODIO TRENTASETTESIMO
Una barretta di cioccolato in pastella fritta nell'olio bollente, ecco come si sente Jess, mentre guarda la sua immagine riflessa nell'oblò della lavatrice, mentre dentro gira e gira e gira il suo unico paio di calzini, un calzino sinistro (inquietante e inaffidabile) e un calzino destro (più scaltro e fidato), e tutti e due inseguono una maglia rossa e un foglietto acchiappacolori in un vortice di detersivo, acqua e ammorbidente. Ma l'ammorbidente non è la risposta a tutto, soprattutto quando non si è fatta nessuna domanda. Altro giro altra corsa. Correre per arrivare da qualche parte molto prima che semplicemente camminando, per poi magari stare lì solo ad aspettare gli altri.

EPISODIO TRENTOTTESIMO

Una tonda luce corre, scappa e sbatte contro lo schermo; una cerniera trasporta su un cartamodello bottoni colorati; una schiera di scarafaggi marcia al suono della danza Macabra; lo specchio di un bagno pubblico giapponese svela a un bambino la caducità della vita; un uomo delle caverne distrugge il televisore che ha lobotomizzato l’amico…
Nel buio del cinema Jess guarda i cortometraggi in concorso al CasertAnimata, non ci sono molte persone nella sala: c’è pochissima partecipazione alle manifestazioni culturali, e quasi sempre a mancare sono le persone che lamentano che la città non offre nulla.

EPISODIO TRENTANOVESIMO

Jess è sdraiato su una panca bianca, sta dormendo, ma alcuni atleti lo svegliano entrando nello spogliatoio. Jess si alza, tocca a lui. Infila calzini e scarpe, esce all’aperto, guarda la pista: due rettilinei e due curve per 400 metri. I suoi muscoli sono ancora intorpiditi dal sonno, per troppo tempo ha dormito, ma ora non può fare a meno di posizionarsi, aspettare il via, iniziare a correre.

Il cervello manda un impulso alle sinapsi che azionano la contrazione muscolare, il corpo comincia a muoversi a passo veloce, il cuore aumenta il battito, ora Jess corre così veloce che entrambi i piedi per un istante non toccano terra, i polmoni gli chiedono più ossigeno, mentre la cute espelle il sudore. Jess è stanco, ma continua a correre.

E’ notte. Jess ha un incubo. Sta sognando di essere inseguito da tutte le lettere e le parole che ha sbagliato a scrivere dalla prima elementare ad adesso. Lo inseguono cattive e offese per essere state mal scritte.

Jess corre spaventato, in lontananza sente una voce che lo insulta, intanto le lettere e le parole lo hanno raggiunto e circondato, si chiudono attorno a lui, SBAM, un colpo dalla lettera I, CIAF, uno schiaffo dalla E, TUM, un pugno dalla S, Jess è a terra, sanguinante, sta pensando che è vero che le parole possono fare male, che possono ferire, poi si sveglia nel buio della sua stanza, è ancora notte.



EPISODIO QUARANTESIMO

“Hey tu! Sì tu!” Jess si volta, di fronte a lui c’è la ragazza dai lunghi capelli neri che gli sorride.
“Hai una penna? Vorrei scrivere una dedica”, Jess la guarda per un tempo che gli sembra infinito, le dà la penna. Lei scrive, si fa incartare il libro, L’ora del diavolo di Pessoa, paga, e dice: “Questo è per te”, poi veloce esce dalla libreria.
Un libro! La ragazza dai lunghi capelli neri non si fa vedere da due mesi, e quando riappare nella sua vita, gli regala un libro! Un libro che ha appena comprato nella sua libreria!! Jess strappa la carta e legge la dedica: Mi vesto e danzo, mi spoglio e danzo.

EPISODIO QUARANTUNESIMO

La prima edizione del Drake International Film Festival è la prova che anche a Caserta può esistere un festival del cinema, e che la Reggia e il Real Sito Belvedere possono essere le sedi di manifestazioni culturali.
Così Jess ha già acquistato il pop corn e aspetta impaziente di vedere la retrospettiva su Massimo Troisi, finalmente potrà assistere alla proiezione sul grande schermo di Ricomincio da tre e Non ci resta che piangere.

EPISODIO QUARANTADUESIMO

Indossare Lloyd e scoprire che il suo creatore sta per diventare padre. E’ il compleanno di uno degli Eddy, Jess infila la maglia con l'alieno che non ha sbucciato la mela all'epoca in cui ogni parola aveva un solo significato, mentre la ragazza dai lunghi capelli neri si prepara a danzare in un’altra città, infilerà scarpette di gesso e raso per scoprire se quell’alchimia funziona anche altrove, ma prima entrambi affonderanno le dita in un dolce al caffè.

EPISODIO QUARANTATREESIMO

Jess è in auto, si sta dirigendo ad Ostia Antica, lì nel suggestivo scenario del teatro romano assisterà al concerto dei Sonic Youth che stanno “portando” in tour Daydream Nation, disco da poco aggiunto alla lista del National Recording Registry of the Library of Congress perché considerato pietra miliare del rock anni 90.
Mentre guida, Jess sta già pensando al prossimo concerto da vedere, magari i Giardini di Mirò al Six Day Sonic Madness, nel castello medievale di Guardia Sanframondi, e ancora Franco Battiato al Neapolis Festival…ma poi si chiede perché deve sempre affrontare un “viaggio”, quando potrà vedere questi artisti nella sua città?

EPISODIO QUARANTAQUATTRESIMO

L’uomo costruisce la macchina. La macchina fa il lavoro dell’uomo. Un operatore di una compagnia telefonica sta spiegando a Jess che è lui a inserire i dati, ma che è “la macchina” a fare il lavoro, e non può fermarla.
A Jess viene in mente Serafino Gubbio operatore, che immaginava di perdere il lavoro quando non ci sarebbe stato più bisogno di qualcuno che girasse la manovella della cinepresa, ed infatti ora tutta la forza muscolare delle braccia si è trasformata in un leggero tocco del polpastrello, ma c’è ancora bisogno di qualcuno che schiacci quel tasto.