PRIMO EPISODIO
Jess scrive:
Colazione con caffè e pc, leggo sul blog www.eddyfromtheblog.blogspot.com un commento sulla serata di “Settembre al Borgo” in cui era ospite Sabina Guzzanti, c’ero anche io seduto all’undicesima fila. Alzo la tazzina e vedo il mondo, al centro del piattino in ceramica c’è il disegno del pianeta Terra, mi vesto, vado a lavoro in bicicletta, sono in perfetto orario, pedalo e rifletto sulla parola COMUNICAZIONE, che ha molte sfaccettature, è facile equivocare, tutto è opinabile, non devono esser posti limiti, possono invece esistere molti sbagli. C’è stato un errore di comunicazione: un’intera platea non aveva compreso quale fosse il tipo di serata, un’intera platea ha comprato un biglietto aspettando di assistere ad uno spettacolo che non c’è stato. Metto la catena alla bicicletta, prendo l’agenda dal portapacchi, entro in libreria, accendo le luci e il pc, tiro fuori da uno scaffale un libro, mi siedo al bancone, a Berlino <la Invalidenstrasse, insieme alla sua amica Lina, la polacca. All’angolo della Chausseestrasse, in un portone, c’è un giornalaio col suo banco. Davanti della gente chiacchiera>>; leggere il nome delle strade mi fa venire in mente l’iniziativa del Comune di aver cambiato momentaneamente le strade del Borgo, intestandole a poeti, scrittori, musicisti, con loro citazioni sulla libertà, ho camminato in via Morrison, ho sostato in piazzetta Bukowski, ho passeggiato in via Voltaire, de Montesquiou…il tema del Festival quest’anno è sulla libertà, digito su Google, vado alla pagina http://it.wikipedia.org, leggo: <<La Libertà indica l'essere libero, la condizione di chi non è prigioniero e non ha restrizioni, non è confinato o impedito. La libertà in senso più ampio è anche la facoltà dell’uomo di agire e di pensare in piena autonomia, è la condizione di chi può agire secondo le proprie scelte, in certi casi grazie ad un potere specifico riconosciutogli dalla legge>>…bla bla bla…Qualcuno si è sentito “costretto” a restare inchiodato alla sedia, perché ha pagato per quella sedia, non si è alzato, è rimasto, ha scelto di ascoltare, ma non ha potuto realmente scegliere cosa fare, ha pensato per quasi tutto il tempo al costo del biglietto e della prevendita. Io ho pensato per quasi tutto il tempo che la città ha un Festival di musica, teatro, cultura, che sarebbe un peccato boicottarlo per un errore di comunicazione, ma non si può nemmeno accettare passivamente un errore di tal genere. Sono rimasto seduto all’undicesima fila.
EPISODIO SECONDO
Accidentalmente la tazza di caffè sbatte contro lo schermo del pc, e nero caffè bollente si riversa sulla tastiera, Jess resta per un attimo impietrito, gli viene in mente il video Only dei NIN, poi afferra il pc e lo capovolge per farlo sgocciolare. Squilla il telefono, è “uno degli Eddy”, gli comunica che in tv stanno dando la notizia del premio alla carriera per David Lynch: il nevrotico regista americano ha presentato alla mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo (e delirante) film Inland Empire. Jess riaggancia il telefono, accenda la tv per seguire la notizia al telegiornale, cerca di immaginare cosa mai avrà proposto sul grande schermo David Lynch, che in quasi trent’anni ha spaziato dall’Horror in bianco e nero con Erasehead, la mente che cancella (1978), alla storia orripilante del giovane deforme Elephant man (1982), dal grande successo televisivo di Twin Peaks (anni ’90), alle ansie mentali di Lost Highway (1997) e Mulholland Drive (2001), questi ultimi intervallati dalla commovente avventura raccontata in Una storia vera (1999). Il pc continua a sgocciolare.
EPISODIO TERZO
Ondata di maltempo, rovesci e nubi su tutto il Bel Paese, Jess non può andare a lavoro in bicicletta, come è solito fare. Il suo ombrello nero incontra altri ombrelli, per la maggior parte di studenti, e racconti estivi di spiagge, di concerti, di treni persi, affollano i marciapiedi di fronte la scuola.
Jess guarda la pioggia, mentre i ghiacciai si sciolgono, mentre il pianeta si surriscalda, gli viene in mente un post letto su www.eddyfromtheblog.blogspot.com, riguardo l’entropia che ognuno di noi, più o meno inconsapevolmente, contribuisce ad aumentare anche nella propria casa.
Cammina tra questi pensieri, stando attento alle pozzanghere, entra nella libreria, accende le luci, il pc, la macchina per il caffè espresso, lo stereo…qualche secondo dopo inizia a sciogliersi l’igloo di un eschimese…
EPISODIO QUARTO
Lunedì sera.
Jess è a casa, inserisce nel lettore un Dvd, spegne la luce.
Il direttore d’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli fa il suo ingresso tra gli applausi, mentre qualcuno è ancora in piedi e si affretta a prendere posto, si siede sulla costosa poltroncina in attesa di Franco Battiato, lì in concerto per una serata di beneficenza.
Anche Jess prende posto, ma sul suo divano: inizia la visione de “Il Caimano”, che ha già visto al cinema, lo valuta un buon film, e da poco ha appreso che alla sceneggiatura ha collaborato Francesco Piccolo, che prima di diventare un noto scrittore è stato l’allenatore di pallacanestro di tanti giovani casertani.
Jess guarda il film, Battiato sta cantando, il lunedì diventa martedì, il martedì diventa mercoledì.
EPISODIO QUINTO
Mercoledì mattina.
Jess beve il suo caffè, alcuni elicotteri volano nei pressi della sua abitazione: istintivamente si allontana dalla finestra, sa perfettamente che nessun elicottero si schianterà contro casa sua, eppure il rumore delle gigantesche eliche gli hanno fatto venire in mente il documentario “Confronting the Evidence”, riguardo i punti oscuri degli attentati dell’11 settembre 2001. Finalmente ha potuto vedere su RAI TRE l’edizione italiana del Dvd prodotto nel 2004 da Jimmy Walter, mai stato trasmesso dalle televisioni finora.
Jess sorseggia il caffè, è in ritardo al lavoro.
EPISODIO SESTO
Un intenso inconfondibile profumo scatena gli appetiti, la sua visione prepara il palato all’esperienza gastronomica più genuina cui si possa aspirare, Jess cammina tra la massa di persone, cercando un posto dove sedersi, uno qualunque, una panchina, un muretto, sono venuti in tanti a vivere la Notte Bianca di Napoli.
Mezz’ora prima stava guardando libri sulle bancarelle, camminava dalla piazza alle strade ascoltando jazz, poi il suo olfatto ha captato l’odore del basilico e della mozzarella amalgamata al pomodoro: così è stato catturato. Ha seguito la scia, è entrato in pizzeria, ha ordinato una Margherita, emblema della perfezione culinaria, ha aspettato paziente, con la salivazione in aumento, poi trionfante è uscito dall’affollato locale con il cartone bianco, proletario contenitore di un alimento che è esperienza orgasmica nella bocca.
Ora si è finalmente seduto sullo scalino di un negozio, forse l’unico negozio chiuso in tutta la città. La pizza Margherita è lì: forma, odore, colori, ma cosa la rende speciale? L’acqua di Napoli? Le tante ore di lievitazione della pasta? Il forno a 485 °C?
E’ arte: Jess pensa che il pizzaiolo non può essere artigiano, ma artista. Certo il sapore quasi lo commuove, si sente nella pace dei sensi, mentre gli scorrono davanti adulti, bambini, ragazzi, anziani, tutti eccitati per l’evento, tutti contenti di passeggiare per la città a tarda notte senza pericoli, e tutti quelli che guardano Jess provano invidia, decidono di mangiare la pizza, per sentirsi anche loro nella pace dei sensi.
EPISODIO SETTIMO
Martedì mattina Jess accende la televisione, come di abitudine, per sentire le prime notizie dal mondo, mentre monta la macchinetta del caffè. Ancora tutto assonnato beve caffè, lontano dalla tastiera del pc su cui tempo fa accidentalmente versò il liquido nero bollente.
Le parole Corea del Nord, bomba atomica, esplosione sotterranea, armi di distruzione di massa, dittatore rosso, risuonano allarmanti e angoscianti negli orecchi di Jess, mentre abbottona la camicia, mentre infila le scarpe, mentre è in sella alla sua bici e pedala verso l’edicola più vicina, compra la Repubblica, il Mattino, Il Sole 24 ore.
In prima pagina c’è la sfida atomica lanciata da Kim Jong Il, la Finanziaria, e il caso della mozzarella di bufala dopata, Jess legge ad alta voce le parole dell’inviato de la Repubblica: "Come figuranti costretti a ripetere all’infinito un copione tratto da Gorge Orwell, i nordcoreani continuano da cinquant’anni a recitare la vigilia dell’Olocausto nucleare…", nel mondo succede anche questo, mentre nel mirino dei Nas è finito un medicinale a base di somatropina, così ecco di nuovo la parola Corea saltar fuori da un articolo del Mattino, perché in Corea è prodotto e importato illegalmente il farmaco usato per incrementare la produzione del latte, a questo punto Jess cerca su il Sole 24 ore nell’articolo sulla Finanziaria la parola Corea, non c’è, poi compra una mozzarella di bufala di mezzo chilo da mangiare a pranzo.
EPISODIO OTTAVO
Qualche volta Jess cammina e legge un libro contemporaneamente, il suo sguardo viaggia dalla vegetazione di cemento a quella delle frasi scritte, a volte urta qualche passante, altre volte ha rischiato di essere investito, ma non riesce a rinunciare a quella singolare lettura itinerante, come se il libro si attaccasse a lui, come se fosse questo oggetto inanimato a chiedergli di vivere negli occhi della sua mente, deve per forza leggerlo, tra le lenzuola prima di addormentarsi o al tavolo della cucina mentre fa colazione o quando cammina per le strade della sua città. Come Quinto, il protagonista di Speculazione edilizia di Calvino, anche Jess in questi giorni preferisce guardare il meno possibile la paesaggistica della propria città, ma non sono le geometrie spigolose dei palazzi a intristirlo, infatti ciò che vede sui marciapiedi e in mezzo alla strada è assai più infelice: rifiuti, sacchetti di plastica per immondizia, spazzatura, pattume, sporcizia. Lo scenario è sconcertante, preoccupante, maleodorante. Non basta fare la raccolta differenziata in casa propria, come non basterà ridurre i consumi, e mentre lo pensa Jess passa davanti alla vetrina di un noto operatore di videotelefonia, che per le sue pubblicità ha utilizzato come garanti un senatore a vita prescritto per crimini legati alla mafia e una valletta coinvolta in un giro di raccomandazioni in televisione in cambio di favori sessuali, ma perfettamente riabilitati grazie allo spot. Jess continua a leggere…
EPISODIO NONO
Cosa fa Jess, a parte camminare e pensare, pedalare e pensare, leggere e pensare? Chi è Jess, perché è stato tirato fuori da un mondo non scritto? Non hanno raccontato abbastanza i coniugi sceneggiatori Palladino? Non bastava il signor Palomar ad osservare il mondo? O le riflessioni di Maulaussène a ironizzare sugli accidenti della vita?
Jess continua a leggere, mentre cammina, si ferma davanti un negozio di abbigliamento, in vetrina è esposta una maglia bianca a maniche lunghe, con una citazione e il viso di Pierpaolo Pasolini. Gli piace, già se la immagina addosso, ma si chiede se è giusto commercializzare una faccia, e quella di Pasolini poi, in occasione del suo anniversario di morte (ma il paradosso, l’apoteosi del consumismo Jess lo ha visto in una vetrina di un altro negozio, dove c’era un manichino che indossava una maglia con la faccia di Mao, e poi c’è stato quel servizio televisivo sul costo delle barche, in una da due milioni di euro c’era un enorme quadro di Che Guevara).
Si chiede se comprando quella maglia contribuirà ad alimentare questo tipo di mercato che si è creato, perché non è che ha l’esigenza di comprare una maglia, né tanto meno quella maglia, e si chiede cosa direbbe Pasolini, se potesse vedersi lì in cotone, con la stessa espressione su ogni maglia e per ogni giorno che qualcuno la tirerà fuori dal cassetto, cosa direbbe se sapesse che Jess sta usando la sua faccia per vestirsi, e che magari la indosserà per dormire…
Ora Jess si interroga sugli scritti di Pasolini, sulla sua poetica, la scelta di una letteratura impura, l’importanza della parola diretta, è già passato un quarto d’ora, sta lì fermo davanti alla vetrina, guarda la maglia, e la maglia guarda lui, la compra, ha deciso. Va subito a casa, infila la maglia, e per una settimana ci vive dentro.
EPISODIO DECIMO
Un gatto si gratta un orecchio con la zampa, agita la coda, si aggomitola per dormire, ha il respiro leggero, silenzioso, si tira su ogni volta che sente un rumore, lasciando intendere che è sempre vigile e attento, Jess lo sta osservando, è in ritardo al lavoro, ma sta lì ad osservarlo. Altre persone camminano veloci su quel marciapiede, non notano né il gatto né Jess che osserva il gatto. Ancora una volta Jess si sente come un personaggio di sfondo di una serie televisiva, fumettistica, letteraria, ma protagonista di uno spin off, e si sente ruotato via, al di fuori di un contesto, che è poi quel mondo frettoloso, approssimativo, senza una precisa età, senza una particolare appartenenza sociale, è un mondo come tanti altri mondi, ma che agisce e si comporta con leggerezza, che non esamina a fondo nessuna questione, che non approfondisce nessuna curiosità.
Anche Jess spesso si limita agli aspetti più esteriori o evidenti delle cose, ma ci sono delle volte in cui è attratto da un certo particolare, che magari è lì sotto lo sguardo di tutti, ma che fa da sfondo ad altro, confondendosi tra quelle cose che per prime attirano l’attenzione. Il gatto è uno sfondo per tutte le persone che camminano veloci sul marciapiede, ed anche Jess è finito in quello sfondo, gli basterà muoversi e sarà di nuovo indipendente.
EPISODIO UNDICESIMO
Sotto le scritte nere si nasconde l’incubo della pagina bianca, ma è proprio quella pagina bianca ad attrarre, è il potenziale, è tutto o niente, dipende da chi sorregge la matita o da chi fa muovere la penna, o da chi fa scorrere le dita veloci su una tastiera, dipende da chi crea segni o da chi traccia significati.
Jess ha davanti a sé un foglio, un rettangolo di spazio bianco, disegna una moneta e sotto scrive “predisposizione, particolare capacità e abilità nel fare qualcosa”, legge ad alta voce ciò che ha scritto, cercando la tonalità più adatta: l’aria fuoriesce dai polmoni, passa nelle cavità orali e nasali, lì viene modellata, si trasforma in vocali e consonanti. Una consonante sonora fa vibrare la glottide, si muovono labbra e guancia per una vocale, lingua e palato per un’altra consonante, tutti concorrono alla creazione di un suono armonico.
Ascolta la propria voce mentre legge, svuota di significato le parole per concentrarsi sul suono che produce, ma non ne trae nessun conforto, e subito riveste quelle parole, ne restituisce la forza espressiva, le guarda, le legge, le comprende. Si era soffermato sulla forma, non sul contenuto, ma a che scopo cercare una voce, un tono? Per accontentare gli occhi, orecchi e menti di chi? Quella voce non deve sovrastare i pensieri, ma deve far domandare perché si è usata quel tipo di voce per dire certe cose.
EPISODIO DODICESIMO
Com’è possibile che non ci si accorga della vita che passa mentre sta passando? Jess è in auto, guida con prudenza, ha sempre paura di poter morire in un incidente automobilistico, come Qfwfq in Ti con zero, come una ragazza che ha conosciuto da bambino, come tante persone che non hanno fatto ritorno a casa, e allora in auto lui si fa più attento che mai, soprattutto dopo aver letto il De brevitate vitae, perché ad ogni parola gli sembrava che Seneca stesse parlando a lui, di ciò che non ha saputo fare nel tempo, e ora vuole e deve fare qualcosa, possibilmente non lamentarsi. Che tipo è Jess? Nessun tipo in particolare, ma che importanza può avere se ha i capelli biondi o neri, se è alto o basso? Ora parcheggia, scende dall’auto, guarda la sua immagine riflessa nel finestrino, si dà un’aggiustata ai capelli, attraversa la strada, cammina sul lungo marciapiede, gira a destra, riattraversa la strada, gira ancora a destra, è buio e fa freddo, ma Jess cammina stringendosi nel cappotto, guarda dritto davanti a sé, arriva in teatro, si siede e si gode lo spettacolo.
EPISODIO TREDICESIMO
Distese di bianchi scaffali stracolmi di prodotti alimentari, a destra scatole di cereali per la prima colazione, pacchi di biscotti da inzuppare nel latte, confezioni di merendine al cioccolato, a sinistra barattoli di crema alla nocciola, buste di brioche e cornetti da farcire, nel corridoio accanto pacchi di pasta di grano duro, spaghetti, maccheroni, bucatini, pasta integrale, riso e risotti “già pronti”, barattoli di sughi al pomodoro, di salse, besciamella, maionese, patatine in busta, scatole di tonno; ancora appresso enormi frigoriferi con prodotti surgelati di ogni specie, più in là il banco della carne, dei formaggi, della frutta, della verdura. Desideri “occidentali” materializzati in colori e sapori per soddisfare occhi e palato.
Jess è al supermercato, sta riempiendo il cestino con prodotti a lunga scadenza, per la colletta alimentare.
EPISODIO QUATTORDICESIMO
Seduto dietro il bancone della libreria, Jess osserva le persone che girano tra gli scaffali, lettori in attesa di lasciarsi guidare dalla voce in falsetto di un narratore, ansiosi di prender parte al gioco letterario, curiosi e attenti nelle loro scelte. Forse cercano un libro per studiare, per prepararsi ad un esame, oppure da leggere la sera prima di addormentarsi, o da regalare a qualcuno immaginando cosa gli piacerebbe ricevere. Le loro dita scorrono sui dorsi di libri allineati, su nomi di autori in ordine alfabetico, leggono titoli, recensioni in quarto di copertina, qualcuno lo hanno già letto, ne prendono uno, sfogliano qualche pagina, lo posano, ne prendono un altro, poi un altro ancora, indecisi, eccitati.
Una ragazza con lunghi capelli neri sta cercando un libro di poesie di Ferlinghetti con testo a fronte, indossa la divisa del suo liceo, trascina a terra lo zaino, che sembra essere pesante, forse è stanca di portarlo sulla schiena. Jess la guarda muoversi tra i corridoi della libreria, leggera, sensuale, e buffa quando stringe gli occhi miopi per leggere il titolo dei libri sulle alte mensole. Si alza sulle mezzepunte, allunga il braccio destro, afferra un libro, accarezza la copertina lucida, dà un’occhiata ai caratteri delle pagine, inizia a leggere la prefazione, poi decisa va alla cassa. Jess batte lo scontrino, fa qualche commento sull’autore, e la guarda uscire sorridente.
EPISODIO QUINDICESIMO
L’acqua scorre dal rubinetto, Jess gira la manopola, si immerge nella vasca, stando attento a non bagnare un graphic novel che vuole leggere nel tepore dell’acqua e tra la soffice schiuma. Il corpo si rigenera, così come l’intelletto è stimolato dall’illustrazione di Mazzuchelli tratto da Città di vetro di Auster.
Jess ha commesso il solito errore di chi decide di fare un bagno caldo: non ha staccato il telefono, ed ora sente gli squilli dell’apparecchio, cerca di alzarsi, ma con l’alluce tira la catenella del tappo. L’acqua inizia a scivolare via, inseguita dalla schiuma.
Anche Jess finisce per essere inghiottito dalla sua vasca da bagno, chiude gli occhi mentre viaggia nella tubatura stretta e buia, si sente come l’alieno che non ha sbucciato la mela all’epoca in cui ogni parola aveva un solo significato. In lontananza si sentono clacson di auto, Jess apre gli occhi, guarda allo specchio la sua immagine, ha la barba e i capelli lunghi, ha trascorso molto tempo nella tubatura, decide di radersi.
EPISODIO SEDICESIMO
Sfogliare l’atlante per scoprire che nella maggior parte del nostro pianeta ci sono guerre: da una parte si combatte per il possesso di un pozzo d’acqua, da un’altra parte per pozzi di petrolio, in una zona si fa guerra per i confini territoriali, in un’altra c’è chi si lascia esplodere, e in diversi luoghi si verificano altri tipi di attentati, e altrove si fanno esperimenti per la bomba atomica, e dove non c’è cataclisma umano potrebbe esserci quello naturale, tipo tsunami, lava incandescente o cenere soffocante, alluvioni, tifoni.
Jess non sa decidersi. Avrebbe voluto fare un viaggio, ma ora pensa che preferirebbe trascorrere almeno una serata con quella ragazza dai lunghi capelli neri che aveva acquistato nella sua libreria un volume di poesia.
Non sa nulla di lei, eppure si immagina con lei, in una casa sul mare, davanti al camino, a mangiare cioccolata e a bere vino rosso.
EPISODIO DICIASSETTESIMO
Jess ha l’influenza, nonostante le belle giornate di sole si è ammalato, ed ora è a letto intontito dai farmaci, non ha voglia di vedere la tv, ha mal di testa per leggere, e nessuno va a trovarlo per non essere contagiato, così immerso nella solitudine e nel silenzio pensa, dorme, sogna.
Ai piedi del suo letto ora vede una grossa tartaruga, sopra c’è un uomo, quello che fu il vescovo di Mira, ha un raffiolo nella mano sinistra e glielo sta offrendo.
Jess afferra il dolce, gli dà un morso, sente i pezzetti di cioccolato sotto i denti, la glassa sotto il palato, che con un colpo di lingua fa scivolare via, sente la cremosa ricotta sciogliersi in gola, lo zucchero andargli al cervello, un altro morso, divora il dolce, ne vorrebbe ancora, l’uomo gli sorride, e vola via sulla sua tartaruga gigante.
EPISODIO DICIOTTESIMO
La ragazza dai lunghi capelli neri è ferma davanti un negozio di scarpe, sta guardando la vetrina, stretta nel suo cappotto, con le mani in tasca. Jess l’ha riconosciuta, si avvicina, dà anche lui un’occhiata alla vetrina: un paio di scarpe da donna con tacco alto e una stretta punta fa venire in mente a Jess le scarpe della strega dell’Ovest del Mago di Oz.
La ragazza stringe gli occhi miopi per vedere un paio di scarpe poco più lontane da quelle della strega dell’Ovest, Jess invece abbassa lo sguardo per vedere che scarpe indossa lei. Lei se ne accorge e guarda perplessa Jess che si lascia scappare un “salve”, ma lei non lo ha riconosciuto, non lo riconosce senza attorno gli scaffali traboccanti di libri, non riesce a decontestualizzarlo! Per gentilezza fa un mezzo sorriso e si allontana.
Jess la guarda camminare sotto le luci natalizie, quelle che scendono a pioggia e sembrano far brillare la strada, vorrebbe rincorrerla e invitarla a bere vino rosso e a mangiare cioccolato, ma non lo fa, e lei continua a camminare.
EPISODIO DICIANNOVESIMO
I suoi concittadini si erano abituati a non “usare” quella strada, Jess non può fare a meno di pensare che poteva restare chiusa al traffico, che sarebbe stato meglio passeggiare per il Corso senza la visuale di automobili.
Un passo e poi un altro, eccolo di fronte alla Reggia vanvitelliana, ed ora immagina i rappresentanti del Governo accolti tra cantieri e nuvole di smog. La giunta comunale, di qualunque schieramento sia, si occupa di sistemare un quadrato di città in base ad un evento, se c’è un evento! Non lo fa per il cittadino, cioè il cittadino è destinato a vivere tra cantieri, deve solo sperare che qualcuno proponga un qualcosa per cui allora ci si arrabatta per aggiustare un angolo della città.
Fa freddo, Jess torna a casa, taglia qualche fetta di pane, apre un barattolo di marmellata di ciliegie e la spalma con accuratezza, perché la fantasia ha bisogno di essere “spalmata su una solida fetta di pane”.
EPISODIO VENTESIMO
L’Italia in missione di pace. Jess ha un concetto di pace evidentemente diverso da metà della popolazione mondiale.
Kate Moss è testimone di diversi prodotti commerciali. Jess ha un concetto dei cocainomani evidentemente diverso da metà della popolazione mondiale.
Numerosi i dettagli sulla strage di Erba. Jess ha un concetto dell’informazione evidentemente diverso da metà della popolazione mondiale.
Né migliore, né peggiore, solo diverso. Ognuno si fa un’opinione, anche lui ha la sua.
EPISODIO VENTUNESIMO
Si fa strada, spunta prepotente, infiamma tutto attorno a sé, per manifestare la sua presenza, per ora è lì, e ci resterà.
Jess è in piedi di fronte lo specchio con la bocca aperta, guarda emergere quel dente che sta crescendo nella sua cavità orale: sta vivendo una paternità speciale, e decide perfino di dare un nome alla sua creatura, e giacché si tratta di uno tra i terzi molari permanenti, decide di chiamarlo Yahoo, come gli esseri alquanto “primitivi” incontrati in uno dei viaggi di Gulliver. Dopo un’accurata igiene orale, si veste per andare a lavoro, poi in strada gli appare la ragazza vestita con la divisa del suo liceo, che cammina a passo svelto, e certo starà andando a scuola, le fa un cenno con la mano per salutarla, lei gli passa accanto e un po’ perplessa gli sorride, insomma continua a non riconoscerlo!
A Jess quel sorriso sembra trasformarsi in una risata trattenuta. Si gira di scatto verso la vetrina di un negozio per specchiarsi: la parte sinistra del suo viso si è notevolmente gonfiata…è Yahoo che gli sta trasformando la faccia come quella di un cartone animato!
EPISODIO VENTIDUESIMO
Una coppia di giovani amanti in un'automobile (parcheggiata impropriamente di fronte ad un Tabacchino) “gratta” avidamente la patina argentata del Gratta e Vinci.
A Jess non interessa di come quei due vogliono spendere i loro soldi, né di come vorrebbero farne il più velocemente possibile, per lui è fastidioso dover fare lo slalom tra le macchine parcheggiate e quelle in movimento, e pensa: “Vi prego Casertani, fate quattro passi a piedi, è deprimente vedervi passare in auto anche per guardare le vetrine...almeno per questo motivo potreste scendere dal veicolo, no? Passeggiate per Caserta in auto e rendete spiacevoli le mie passeggiate a piedi. Credete forse di essere centauri, ma non siete metà uomo-metà auto, non siete una figura mitologica, ANDATE A PIEDI e fermatevi pure a grattare i vostri cartoncini della felicità in tutti i tabacchini che incontrate senza l'ingombro delle vostre auto”!
Jess ha sempre considerato Caserta ideale per andare in bicicletta, gli piacerebbe pedalare nella zona Macrico, attraversare Corso Trieste, raggiungere il Parco Reale e continuare a pedalare così nel verde e nella storia...
EPISODIO VENTITREESIMO
La pioggia sbatte contro i vetri della finestra, il rumore ha svegliato Jess che se ne sta sepolto sotto le coperte, avvolto in esse come un baco da seta. Squilla il telefono, è uno degli Eddy che lo avvisa che sabato pomeriggio ci sarà una riunione del Comitato Macrico, e lo invita ad andare per tenersi aggiornato sulla questione.
Se vivesse nella fantastica Stars Hollow potrebbe sperare di incontrare la ragazza dai lunghi capelli neri in queste riunioni cittadine, ma poi cosa le direbbe? Potrebbe proporle di andare al cinema, nelle sale c’è Inland Empire di Lynch, e mentre pensa a lei si veste per andare a lavoro. Cammina stando attento alle pozzanghere, il suo ombrello nero incontra altri ombrelli, e sotto ognuno di essi cerca lei, ma la città gli sembra troppo grande da quando non riesce più a incontrala…
EPISODIO VENTIQUATTRESIMO
Lo stadio trabocca di persone, Jess è in tribuna, si gode i primi tre minuti della partita pensando che la Juve Caserta è in vantaggio e vincerà, poi smette di sorridere, inizia a inveire contro gli arbitri, e contro la sua stessa squadra. Si sporge dagli spalti, furioso batte il pugno contro un cartellone pubblicitario, e vede lei, la ragazza dai lunghi capelli neri, nella zona partèrre, seduta composta accanto a un bambino con la felpa del mini basket.
La Juve Caserta sta perdendo, Jess segue la partita con ansia, poi quando la squadra segna tre punti, guarda la ragazza dai lunghi capelli neri fare un balzo dal suo posto e sorridere al bambino. Jess trova eccitante che anche a lei piaccia il basket…la sua squadra ha perso, e anche lui è perso tra i suoi pensieri.
EPISODIO VENTICINQUESIMO
Otto mesi di governo Prodi, Jess fa un triste veloce riepilogo delle aspettative degli elettori disattese:
abrogazioni leggi vergogna (ad personam): non fatto; legge sul conflitto d'interesse: non fatta; sospensione della riforma dell'ordinamento giudiziario: non fatta; superamento legge 30 (legge Biagi): non fatto.
Jess ora si sente un po’ giù, gli viene in mente un articolo letto tempo fa:"Il modo per raggiungere la pace interiore consiste nel portare a termine tutte le cose che abbiamo iniziato".
Effettivamente Jess ha lasciato a metà molte cose, decide di finirle, e forse anche Prodi e D’Alema sono nella loro cucine, e si stanno guardando attorno decisi a finire ciò che hanno iniziato: una bottiglia di Morellino di Scansano, il Pampero, una boccia di Grappa, la Vodka, il Prozac e una confezione di mozzarelline di bufala… …forse dopo anche loro si sentiranno bene come Jess in questo momento.
EPISODIO VENTISEIESIMO
Due quadri di Picasso sono stati trafugati nella casa parigina della nipote del pittore. Jess ha un alibi perfetto, non era a Parigi quella sera.
Se Jess avesse presso un aereo per Parigi, se fosse rimasto lì per una notte e se poi fosse ripartito il giorno seguente avrebbe potuto destare sospetti? Solo per questa banale coincidenza?
Una coincidenza è il verificarsi simultaneo e casuale di due eventi (per esempio due persone si incontrano senza darsi appuntamento), ed è anche la corrispondenza di opinioni, idee, aspettative(per esempio due persone diverse tra loro possono sorprendersi ad apprezzare le stesse cose, come i dolci con la ricotta e il cartone animato di South Park), così nel linguaggio matematico una coincidenza è l’identità o sovrapposizione di punti, linee, figure (per esempio nella terza dimensione due persone che fanno sesso).
Jess beve troppi caffè, ma immagina di bere tea in Danimarca.
EPISODIO VENTISETTESIMO
Jess è morto, è stato assassinato una domenica pomeriggio, cause ignote, nessun sospettato.
Questa notizia agita un po’ Jess, che se ne sta in piedi di fronte all’edicola dove ha appena comprato il giornale e letto della sua morte.
Incredulo si tasta gambe e braccia, gli viene in mente la morale della favola raccontata in un film di Pasolini, “essere vivi o morti è la stessa cosa”.
Lui è un morto tra i morti? Per questo motivo la ragazza dai lunghi capelli neri non si accorge di lui? Lei è viva? Jess entra ed esce dal regno dei vivi o dei morti? Lazzaro è stato il primo caso di zombie nella storia?
Jess decide di andare alla redazione del giornale, chiarire l’equivoco, riprendere la sua vita, ricominciare a vivere.
EPISODIO VENTOTTESIMO
Jess ha appena sentito la dichiarazione del ministro Bindi, contraria alle coppie omosessuali, così esce sul balcone di casa e inizia a urlare: -Basta! Basta! Basta!
In Africa milioni di bambini muoiono per fame e malattie, centinaia di bambini sono orfani perché i loro genitori muoiono di Aids, migliaia di bambini africani non arriveranno mai all'età adulta, ma potrebbe esserci qualcosa di ancora più orribile: essere adottati dal ministro Rosy Bindi!!
EPISODIO VENTINOVESIMO
La ragazza dai lunghi capelli neri è tornata nella libreria dove lavora Jess, si muove lenta e leggera tra gli scaffali, stringe gli occhi miopi cercando di individuare il settore dedicato alla filosofia, mentre Jess la osserva scegliere il libro e dirigersi alla cassa, forse lo riconoscerà questa volta. La guarda avvicinarsi, lei indossa la divisa del suo liceo, forse è appena uscita da scuola, e a Jess viene in mente il video Charlotte Sometimes dei Cure.
Improvvisamente non si sente più attratto da lei, o meglio, non si sente attratto dal mondo di cui lei fa parte, ed ora resta indifferente al sorriso di lei, batte lo scontrino e le dice semplicemente “arrivederci”.
EPISODIO TRENTESIMO
Questa mattina Jess si è svegliato senza memoria, ha perso la sua finestra sul mondo. Non se ne è reso conto subito, si è alzato dal letto, ha bevuto il suo caffè amaro, in piedi, appoggiato al vetro del balcone della cucina, ha guardato fuori, per accertarsi che la città fosse ancora lì.
Qualcuno ha esposto sul proprio balcone lo striscione "Macrico pubblico Verde 100%", Jess osserva questi rettangoli di stoffa verde ondeggiati dal vento, pensa sia una buona cosa che la città prenda coscienza di sé, poi va in salotto, alza la persiana per fare entrare luce, e in quel momento si accorge che lì non c'è più nulla: il divano, lo scrittoio, lo stereo, la tv, le foto, e perfino la carta da parati sono scomparsi, ed ora il salotto è solo una stanza vuota, chiusa da quattro pareti bianche.
EPISODIO TRENTUNESIMO
Jess è seduto a terra in quello che era il suo salotto, bussano alla porta e va ad aprire: sono alcuni facchini della ditta “Chiodi da Nove Pollici”, devono consegnare divano, scrittoio, stereo, e televisore.
Jess non ricorda di averli chiamati, ma li fa entrare in casa, lascia che sistemino tutto, e mentre li guarda lavorare pensa che alla fine della giornata avranno mal di schiena e piedi indolenziti.
Uno di loro canta sottovoce “Mi faccio del male oggi per vedere se ancora provo sensazioni, mi concentro sul dolore l'unica cosa che è reale”, e nella mente di Jess si proiettano immagini di decadenza, di droga, di una terra dilaniata dalla guerra, di donne e bambini di fronte le proprie case devastate, di vittime dimenticate e svuotate di una qualsiasi umanità.
Il ragazzo continua a cantare “Potresti avere tutto il mio impero di schifo, ti abbandonerò, ti ferirò”, Jess sa che il mal di piedi non c’entra nulla e si toglie le scarpe da ginnastica.
EPISODIO TRENTADUESIMO
Qualche volta Jess pedala veloce sulla bicicletta, qualche volta rischia di investire qualcuno, qualche volta cammina e legge un libro contemporaneamente, qualche volta rischia di essere investito. Cammina nel sole di aprile, e cammina bukowskianamente nelle strade di questa città, senza vedere nulla, senza imparare nulla, senza essere nulla.
Arriva nella zona destinata alla maleodorante vergognosa illegale discarica, e lì in cima alle montagne Lo Uttaro ci sono gli Einsturzende Neubauten che cercano rottami per concertare, proprio come all'inizio della loro carriera, quando andavano in tournee senza strumenti e si fermavano nelle discariche alla ricerca di resti metallici con cui esibirsi. Certamente la Campania è per loro una buona fonte da cui attingere.
EPISODIO TRENTATREESIMO
In libreria, Jess sta facendo ordine tra gli scaffali, Camus qui, Moravia lì, Pessoa e Pennac di là, tutta narrativa da sistemare oggi! Oggi è lunedì 23 aprile 2007, oggi alle 16:00 c’è il Consiglio Comunale aperto ai cittadini, Jess vuole sistemare tutto durante la pausa pranzo, così potrà partecipare all’assemblea, e fingere di vivere nella mitica Stars Hollow.
Afferra un libro di Hesse, si arrampica su uno scaffale per sistemare Il lupo della steppa il più in alto possibile in modo che a nessuno venga la tentazione di acquistarlo, e proprio mentre crede di essere riuscito nell’impresa, ecco lo spirito di Hesse ribellarsi e far cedere sotto il peso di Jess la mensola su cui questi poggia il piede.
Jess precipita sul pavimento seguito da una valanga di cartaceo che lo seppellisce e immobilizza. Ora Jess è certo che farà tardi all’assemblea, o che peggio non riuscirà ad andare.
EPISODIO TRENTAQUATTRESIMO
Il congiuntivo. Questo sconosciuto. Accanto al cimitero della punteggiatura, dove Sclavi immagina il punto e virgola, c'è quello dei modi verbali della lingua italiana, lì forse c'è il congiuntivo, ucciso e dimenticato. Jess corre a razzo sulla sua bicicletta, fugge il luogo dell'assassinio, ad ogni pedalata un pensiero se ne va, si sperde insieme a un fazzoletto verde, una A, e un biglietto aereo per Madrid scivolati dalla sua tasca. Pedala veloce, attento a non travolgere nessuno sotto l sue ruote, scansa una signora, evita un gatto, respira le polveri sottili nell'aria, non si ferma a un incrocio, clacson e automobilisti furiosi, un signore anziano sta urlando "Vergognatevi per L'Uttarooooo", lo grida con tanto di apostrofo, sono già 5 chilometri, sempre pedalando, lacrime, dolore, rabbia, sensazione di impotenza.
Sei ingenuo Jess.
EPISODIO TRENTACINQUESIMO
Cut-up. Ondata di maltempo, rovesci e nubi su tutto il Bel Paese, Jess accende la televisione, come di abitudine, per sentire le prime notizie dal mondo, mentre monta la macchinetta del caffè. Dopo un'accurata igiene orale, si veste per andare a lavoro, infila la maglia con l'alieno che non ha sbucciato la mela all'epoca in cui ogni parola aveva un solo significato, si guarda allo specchio, ha la barba e i capelli lunghi, decide di radersi, così esce in ritardo al lavoro.
Fine cut-up. Il caso Telecom è diventato la quinta notizia di un telegiornale, e Jess immagina uno dei prossimi proprietari della società costretto a prenotare una seduta dallo psicologo per i suoi interessi in conflitto tra loro: hanno bisogno di uno specialista, dato che il governo non riesce a risolvere la questione.
EPISODIO TRENTASEIESIMO
E' un pomeriggio assolato, le giornate si stanno allungando, e Jess aspetta l'estate masticando semi di mela in un bar completamente vuoto. Non completamente: c'è Jess, e una zanzara che gli ronza attorno... paf... ora c'è solo Jess. No, non c'è solo lui. C'è il barista. Dunque ci sono tre personaggi in tutto, tre se si considera il cadavere della zanzara, quattro se si considera la radio che vomita canzoni dalle casse stereo. Gli unici due personaggi che potrebbero conversare restano in silenzio, la zanzara ronzava, ma Jess l'ha messa fuori gioco, la radio invece viene abilmente spenta dal barista, ecco ora sono davvero immersi nel silenzio, mentre tante persone si affannano nel mondo caotico.
EPISODIO TRENTASETTESIMO
Una barretta di cioccolato in pastella fritta nell'olio bollente, ecco come si sente Jess, mentre guarda la sua immagine riflessa nell'oblò della lavatrice, mentre dentro gira e gira e gira il suo unico paio di calzini, un calzino sinistro (inquietante e inaffidabile) e un calzino destro (più scaltro e fidato), e tutti e due inseguono una maglia rossa e un foglietto acchiappacolori in un vortice di detersivo, acqua e ammorbidente. Ma l'ammorbidente non è la risposta a tutto, soprattutto quando non si è fatta nessuna domanda. Altro giro altra corsa. Correre per arrivare da qualche parte molto prima che semplicemente camminando, per poi magari stare lì solo ad aspettare gli altri.
EPISODIO TRENTOTTESIMO
Una tonda luce corre, scappa e sbatte contro lo schermo; una cerniera trasporta su un cartamodello bottoni colorati; una schiera di scarafaggi marcia al suono della danza Macabra; lo specchio di un bagno pubblico giapponese svela a un bambino la caducità della vita; un uomo delle caverne distrugge il televisore che ha lobotomizzato l’amico…
Nel buio del cinema Jess guarda i cortometraggi in concorso al CasertAnimata, non ci sono molte persone nella sala: c’è pochissima partecipazione alle manifestazioni culturali, e quasi sempre a mancare sono le persone che lamentano che la città non offre nulla.
EPISODIO TRENTANOVESIMO
Jess è sdraiato su una panca bianca, sta dormendo, ma alcuni atleti lo svegliano entrando nello spogliatoio. Jess si alza, tocca a lui. Infila calzini e scarpe, esce all’aperto, guarda la pista: due rettilinei e due curve per 400 metri. I suoi muscoli sono ancora intorpiditi dal sonno, per troppo tempo ha dormito, ma ora non può fare a meno di posizionarsi, aspettare il via, iniziare a correre.
Il cervello manda un impulso alle sinapsi che azionano la contrazione muscolare, il corpo comincia a muoversi a passo veloce, il cuore aumenta il battito, ora Jess corre così veloce che entrambi i piedi per un istante non toccano terra, i polmoni gli chiedono più ossigeno, mentre la cute espelle il sudore. Jess è stanco, ma continua a correre.
E’ notte. Jess ha un incubo. Sta sognando di essere inseguito da tutte le lettere e le parole che ha sbagliato a scrivere dalla prima elementare ad adesso. Lo inseguono cattive e offese per essere state mal scritte.
Jess corre spaventato, in lontananza sente una voce che lo insulta, intanto le lettere e le parole lo hanno raggiunto e circondato, si chiudono attorno a lui, SBAM, un colpo dalla lettera I, CIAF, uno schiaffo dalla E, TUM, un pugno dalla S, Jess è a terra, sanguinante, sta pensando che è vero che le parole possono fare male, che possono ferire, poi si sveglia nel buio della sua stanza, è ancora notte.
EPISODIO QUARANTESIMO
“Hey tu! Sì tu!” Jess si volta, di fronte a lui c’è la ragazza dai lunghi capelli neri che gli sorride.
“Hai una penna? Vorrei scrivere una dedica”, Jess la guarda per un tempo che gli sembra infinito, le dà la penna. Lei scrive, si fa incartare il libro, L’ora del diavolo di Pessoa, paga, e dice: “Questo è per te”, poi veloce esce dalla libreria.
Un libro! La ragazza dai lunghi capelli neri non si fa vedere da due mesi, e quando riappare nella sua vita, gli regala un libro! Un libro che ha appena comprato nella sua libreria!! Jess strappa la carta e legge la dedica: Mi vesto e danzo, mi spoglio e danzo.
EPISODIO QUARANTUNESIMO
La prima edizione del Drake International Film Festival è la prova che anche a Caserta può esistere un festival del cinema, e che la Reggia e il Real Sito Belvedere possono essere le sedi di manifestazioni culturali.
Così Jess ha già acquistato il pop corn e aspetta impaziente di vedere la retrospettiva su Massimo Troisi, finalmente potrà assistere alla proiezione sul grande schermo di Ricomincio da tre e Non ci resta che piangere.
EPISODIO QUARANTADUESIMO
Indossare Lloyd e scoprire che il suo creatore sta per diventare padre. E’ il compleanno di uno degli Eddy, Jess infila la maglia con l'alieno che non ha sbucciato la mela all'epoca in cui ogni parola aveva un solo significato, mentre la ragazza dai lunghi capelli neri si prepara a danzare in un’altra città, infilerà scarpette di gesso e raso per scoprire se quell’alchimia funziona anche altrove, ma prima entrambi affonderanno le dita in un dolce al caffè.
EPISODIO QUARANTATREESIMO
Jess è in auto, si sta dirigendo ad Ostia Antica, lì nel suggestivo scenario del teatro romano assisterà al concerto dei Sonic Youth che stanno “portando” in tour Daydream Nation, disco da poco aggiunto alla lista del National Recording Registry of the Library of Congress perché considerato pietra miliare del rock anni 90.
Mentre guida, Jess sta già pensando al prossimo concerto da vedere, magari i Giardini di Mirò al Six Day Sonic Madness, nel castello medievale di Guardia Sanframondi, e ancora Franco Battiato al Neapolis Festival…ma poi si chiede perché deve sempre affrontare un “viaggio”, quando potrà vedere questi artisti nella sua città?
EPISODIO QUARANTAQUATTRESIMO
L’uomo costruisce la macchina. La macchina fa il lavoro dell’uomo. Un operatore di una compagnia telefonica sta spiegando a Jess che è lui a inserire i dati, ma che è “la macchina” a fare il lavoro, e non può fermarla.
A Jess viene in mente Serafino Gubbio operatore, che immaginava di perdere il lavoro quando non ci sarebbe stato più bisogno di qualcuno che girasse la manovella della cinepresa, ed infatti ora tutta la forza muscolare delle braccia si è trasformata in un leggero tocco del polpastrello, ma c’è ancora bisogno di qualcuno che schiacci quel tasto.